È salito ad almeno 59 morti accertati il bilancio tuttora provvisorio del terremoto che due giorni fa ha devastato Giava, principale isola dell’Indonesia. Lo ha reso noto un portavoce della locale Agenzia per la Protezione Civile, Priyadi Kardono, secondo cui al computo vanno aggiunte 37 persone ancora intrappolate sotto alle macerie degli edifici crollati.
Il portavoce ha aggiunto che le abitazioni lesionate ammontano a non meno di 31.000, quasi il doppio rispetto alla stima precedentemente fornita. Molti superstiti intanto hanno inscenato proteste per la lentezza dei soccorsi, che lo stesso Kardono ha giustificato con la vastità delle aree colpite e con la scarsità di personale.
Il sisma, che ha raggiunto un’intensità di 7,0 gradi sulla scala aperta Richter, ha investito anche altre isole dell’arcipelago, da Bali a Sumatra, ma non ha provocato un nuovo “tsunami”: l’onda anomala che, partendo proprio dalle coste occidentali indonesiane, il 26 dicembre 2004 seminò morte e distruzione da un capo all’altro dell’Oceano Indiano; persero la vita in tutto più di duecentomila persone, 168.000 delle quali soltanto nel Paese asiatico.