E’ cominciata nelle Filippine l’offensiva della polizia locale contro i militanti islamici che tengono in ostaggio l’italiano Eugenio Vagni, operatore della Croce Rossa. Più di mille, tra soldati, poliziotti e guardie armate, stanno attaccando i sequestratori del gruppo Abu Sayyaf, che tengono l’italiano in ostaggio dal 15 gennaio, nel territorio di Talipao sull’isola di Jolo.
Il sessantaduenne Vagni «avrebbe bisogno di essere operato a un’ernia e non riesce più a camminare – ha detto un portavoce dell’esercito, il colonnello Edgar Arevaldo – abbiamo preso questa decisione per via delle condizioni di salute di Vagni, lo scopo principale è di salvarlo». Il governatore filippino Tan ha ammesso di non aver consultato l’ambasciata italiana nelle Filippine, che aveva chiesto, in linea con il governo, un «rilascio sicuro» dell’operatore.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha ribadito la contrarietà italiana a un blitz militare per la liberazione di Vagni, sottolineando che la linea del governo «è rimasta la stessa e che l’opzione militare è giudicata troppo pericolosa per l’ostaggio».