Nella tarda serata di domenica il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha sciolto la riserva sulla nuova composizione del governo regionale, “azzerato” dallo stesso Vendola nei giorni scorsi a seguito di un’inchiesta sugli appalti della Sanità.
Un vero e proprio “rimpasto”, con la sostituzione del vicepresidente della Regione ed assessore alle Attività’ Produttive, Sandro Frisullo, e quattro assessori, Marco Barbieri, Massimo Ostillio, Domenico Lomelo ed Enzo Russo. Ai loro posti, oltre a Loredana Capone, entrano Magda Terrevoli (Formazione), Fabiano Amati (Risorse Agroalimentari), Dario Stefano (Turismo) e Gianfranco Viesti (Diritto allo Studio).
Una settimana fa,Vendola, aveva chiesto e ottenuto dai suoi assessori la disponibilità a rimettere il mandato nelle sue mani. Una verifica aperta per allargare la coalizione ai moderati, alla luce dei risultati elettorali, e per affrontare la “questione morale”.
Non tutti gli esclusi, però, accettano il rimpasto. Tra i più polemici Russo, che ricorda come, solo due giorni fa, la segreteria regionale del partito aveva dato mandato al segretario Michele Emiliano e al capogruppo regionale del Pd, Antonio Maniglio, di chiedere a Vendola la
conferma degli assessori del Pd nella giunta, ad eccezione di Frisullo il quale si era reso indisponibile a far parte del “Vendola bis” dopo le notizie trapelate, nell’ambito delle inchieste sulla sanità, circa un suo presunto coinvolgimento nel giro di escort messo su dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.
Il presidente, però, rimane convinto della sua scelta: «Abbiamo voluto dare un segnale forte a tutta la Puglia: non vi è alcuna parentela tra la questione morale e i miei assessori uscenti, molti dei quali ne sono anzi stati dei paladini. Abbiamo voluto lanciare un segnale di apertura a un mondo politico in movimento. Non ho da fare accordi politici ho da aprire una discussione con tutta la Puglia per orientare il governo regionale sulla base di valori forti».