Tutta Italia è a caccia del “6”. Il superenalotto che stasera metterà in palio la cifra stratosferica di 100 milioni di euro. Non si tratta del record ma poco ci manca: la vincita più alta del concorso di casa Sisal è, infatti, quella dello scorso ottobre a Catania, dove furono incassati 100,7 milioni. Ma quello in palio stasera, rimane pur sempre il più alto montepremi a disposizione in tutto il mondo.
E se anche se il “6” non dovesse uscire, il record del jackpot sarà assicurato automaticamente. Nel concorso di sabato scorso sono state convalidate oltre 71,3 milioni di giocate tra superenalotto e superstar, per una raccolta complessiva di oltre 35,6 milioni di euro, in crescita di quasi 23% rispetto al concorso della settimana precedente. Il “6” è uscito l’ultima volta il 31 gennaio 2009.
Ormai la febbre del gioco ha contagiato anche gli esperti di statistica, che si sono lasciati andare a paragoni un po’ azzardati ma efficaci: infatti indovinare la sestina vincente del Superenalotto sarebbe più difficile di imbroccare un parto trigemellare monozigote. La possibilità di avere tre gemellini è di uno su un milione, mentre per quanto riguarda il fatidico “6” la probabilità di successo è inferiore a uno diviso seicento e rotti milioni.
E poi, se il filosofo e teologo Blaise Pascal nel Seicento teorizzava che bisogna scommettere su tutto, «anche su Dio», perché gli italiani, malati di gioco per antonomasia, non dovrebbero puntare sulla Dea Bendata? E poi, come dice Ian Hacking, uno dei più brillanti esperti internazionali di logica, «chi acquista una schedina, compra non solo la remota possibilità di vincere tanto denaro, ma anche un’emozione, una fantasia».