E’ stato annullato l’esperimento che prevedeva l’uccisione di 29 maiali per testare la sopravvivenza di esseri viventi sotto valanghe di neve in Austria. L’esperimento, che aveva suscitato proteste tra gli animalisti e non solo, era condotto dall’Università di Innsbruck con la collaborazione del Centro medico di emergenza in montagna di Bolzano.
Gli scienziati ne avevano difeso la necessità affermando che attraverso i risultati si sarebbero potute salvare “molte vite umane”. Ogni giorno due o tre animali sarebbero morti durante l’esperimento per soffocamento, in quanto sepolti completamente, o per congelamento, perchè lasciati con la testa fuori dalla neve.
A morte avvenuta sarebbero stati prelevati anche campioni di tessuto destinati ad analisi di laboratorio. «Sono chiare a tutti, ad esclusione dei ‘ricercatori’ coinvolti – era stato il commento di Michela Kuan, responsabile settore Vivisezione LAV – le ovvie e doverose implicazioni etiche legate all’esperimento: l’approccio metodologico è invece, ottocentesco e fuorviante. L’anatomia e la fisiologia del maiale, infatti, sono differenti dalla nostra specie: parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra masse grassa e magra, frequenza del battito cardiaco e distanza degli arti dal cuore, rendono i risultati inapplicabili all’uomo».