ROMA – Adesso la “cantantessa” si rivela anche antinuclearista: ”Arsenali di alberi al posto delle testate nucleari”. Lei è Carmen Consoli, protagonista a Roma insieme a Patti Smith del concerto Earth day 2011, il grande evento musicale gratuito e a Impatto Zero per la Giornata Mondiale della Terra al Galoppatoio di Villa Borghese.
Ad un anno dal disastro ecologico della marea nera, incombe l’incubo nucleare. Carmen Consoli sottolinea la necessità di spostare l’attenzione dal nucleare civile a quello militare. ”E’ bene chiudere in fretta le centrali e non costruirne di nuove, pericolo che qui sembra scongiurato, ma il problema è che in Italia sono ospitati 90 ordigni, anche obsoleti, che forse dovremmo pensare di smantellare. Viviamo in un pianeta pronto ad esplodere, dobbiamo smantellare le testate nucleari non solo qui ma in tutto il mondo”.
Volere bene all’ambiente significa certamente ”fare la raccolta differenziata, cercare fonti di energia rinnovabili, compiere piccoli gesti eco solidali conducendo uno stile di vita bello, sano. Ma tutto questo, da solo, non basta. Rattrista vedere come il genere umano stia vivendo in un pianeta che è peggio di ciò che ci aspettavamo quando i nostri genitori, educandoci, pensavano che avremmo vissuto in un mondo migliore del loro. Ai tempi di mio nonno non c’era l’isola della plastica, un’ isola più grande degli Stati Uniti”, aggiunge.
”Il pianeta è pronto ad esplodere, è un cancro con delle metastasi. Se non provvediamo immediatamente allo smantellamento delle testate nucleari – considera – correremo un pericolo incredibile rispetto a cui Fukushima è niente”. La ‘cantantessa’ sogna un mondo in cui la pace non si regga ”sul deterrente delle armi ma sulla generosità e la tolleranza”.
“In Europa ci sono 200 ordigni nucleari di cui il 45 per cento in Italia. Su questi ordigni vecchi incombe anche la minaccia del terrorismo. La mia prima proposta è questa: sarebbe bello che il movimento mondiale chiedesse un referendum entro il 2015 per lo smantellamento totale di questi armamenti. La seconda idea è: impieghiamo i cervelloni per creare valore e non armamenti, risparmiamo i miliardi di dollari che si spendono sugli armamenti e investiamo qualcosa per combattere la fame nel mondo, garantire la scolarizzazione ai bambini e lottare contro malattie diffuse come malaria e aids. Basta uranio e plutonio, gli scienziati tra cui Rubia parlano da tempo di impiego del torio, una soluzione alternativa che potrebbe mettere d’accordo guelfi e ghibellini dell’atomo. Terzo: smantelliamo tutti gli arsenali atomici e facciamo un vero e proprio arsenale di alberi”.
