ROMA – E’ stata inserita da Greenpeace nella lista delle centrali nucleari europee a rischio quella di Krsko, in Slovenia. Ma a pochi giorni dall’allarme lanciato dall’Aiea, su una possibile fuga radioattiva della centrale, non sembrano esserci notizie al riguardo. Eppure l’Aiea ne è sicura, con tanto di analisi chimica, spiegando che nell’aria delle zone limitrofe “c’è la presenza di Iodio-131”. La centrale si Krsko, a soli 130 chilometri da Trieste, è entrata in funzione nel 1981. Nel 2008 problemi all’impianto di raffreddamento avevano fatto scattare un allarme internazionale, poi rientrato senza conseguenze.
L’Aiea ha sottolineato di stare “lavorando con le proprie controparti per determinare causa e origine della diffusione dello iodio-131”. Per l’agenzia Reuters la presenza di iodio-131 risale a fine ottobre. Per la Criirad (Commissione di ricerca e informazione indipendente sulla radioattività ) nei primi di novembre iodio-131 è stato registrato anche nel nord della Germania ed in Ungheria. Secondo l’Eurdep (Piattaforma europea di scambio dati radiologici) lo iodio-131 è stato invece rilevato in Slovenia e Croazia, in quattro luoghi diversi: a Zagabria, Lubiana, Krsko, e al confine tra Croazia, Ungheria e Serbia.
“Misteriose tracce di iodio, imputabili a delle fughe radioattive provenienti da un Paese straniero ancora ignoto, sono state riscontrate nell’atmosfera della Francia, senza tuttavia presentare rischi sanitari”, è quanto ha annunciato l’Istituto francese per la radioprotezione e la sicurezza nucleare (Irsn). “L’origine e la data di queste fughe di iodio sono ad oggi sconosciute, ma non avrebbero alcun legame con l’incidente di Fukushima, in Giappone”, ha aggiunto ancora l’Irsn.