MILANO – Un record negativo dopo l’altro, da gennaio ad aprile. Per Milano, il 2011 è l’anno dello smog, con livelli di inquinamento e da polveri sottili che non vogliono saperne di scendere nonostante l’ecopass e nonostante il ticket apposito, l’antismog, quello che dovrebbe far aprire il portafogli a chi avvelena l’aria con le quattro ruote. Il condizionale è però d’obbligo: scrive il Corriere della Sera che oramai a pagare il ticket sono solo il 20% di quelle che entrano nelle zone protette. E l’aria ne risente.
Così succede che mentre nella centralina di via Pascal, in Città Studi, la media di polveri sottili è identica a quella del 2008 (54 microgrammi per metro cubo) va molto peggio nella Cerchia: al Verziere si sale dai 48 microgrammi del 2008 ai 64 del 2011; in via Senato, aggiunge ancora il Corriere della Sera, la media giornaliera è salita da 58 a 67 microgrammi (il valore più alto misurato a Milano a partire dal 2007).
A questo punto una riflessione su utilità e senso dell’ecopass sono inevitabili e il compito spetterà alla nuova amministrazione comunale. L’Arpa, agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, se la prende però con le condizioni climatiche “sfavorevoli”. Precisamente, spiega il presidente Stefano Lucchini, poca pioggia e poco vento. Quanto alla tassa antismog Lucchini è convinto che sia la strada giusta: “Il ticket ha ridotto auto e polveri – risponde il presidente dell’Arpa -. Ma il provvedimento produce risultati limitati al 5% del territorio cittadino, dove le condizioni di traffico sono più pesanti”.
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