E’ stato un no corale quello che si è alzato dal tavolo del consiglio dei ministri della pesca dell’Ue, il 26 ottobre a Lussemburgo, contro l’ipotesi lanciata dalla commissaria europea alla pesca, Maria Damanaki, di intervenire con tagli, anche drastici, sulle quote di pesca del tonno rosso nella campagna 2011, rispetto allo scorso anno.
Le quote attuali non si toccano, hanno detto in concreto il ministro per le politiche agricole e della pesca Giancarlo Galan, insieme al collega francese Bruno le Maire, al neoministro spagnolo Rosa Aguilar, oltre a tutti gli altri Stati membri in cui si pesca tonno rosso. Uniche voci contrarie intervenute, quelle di Gran Bretagna, Germania e Svezia.
La posizione assunta dai ministri – accolti al loro arrivo da un piccolo gruppo di Greenpeace che chiede la fine della pesca industriale al tonno rosso – è in netta contrapposizione all’approccio della commissaria europea che sarebbe invece favorevole ad un taglio fino al 50% del contingente di pesca globale per il 2011, oltre ad un avanzamento al 2022.
Dal 2020 dell’obiettivo dell’Ue di ottenere una presenza sostenibile e ottimale degli stock di tonno rosso. La posta in gioco è elevata: il 17 novembre si apre a Parigi il negoziato della Commissione internazionale per la conservazione dei tonni dell’Atlantico (Iccat) in cui spetta alla Commissione europea negoziare per i 27 il contingente di tonno rosso sulla base di un mandato del Consiglio Ue, di cui Bruxelles non dispone ancora, e su cui esistono forti divergenze interne.
”Lo stock di tonno rosso si sta ricostituendo, ci sono più tonni di quanto abbiamo iniziato il periodo di protezione – ha lanciato Galan ai cronisti – spiegando le motivazione che sottostanno alla posizione italiana. In primo luogo,dice Galan,”non c’è nessuna rilevazione scientifica che indichi la necessità di misure più restrittive”.
Inoltre, in Italia ”c’è solo spazio di pesca per nove tonniere sulle 69 che era costituita la nostra flotta e le 40 attuali”. Sono invece ”favorevolissimo – ha aggiunto – all’idea di creare dei ‘santuari’ del mare (cioè delle aree protette in cui vietare la pesca) a condizione che abbiano una base logica. Il tonno è l’unica specie che passa dall’Atlantico al Mediterraneo, bisogna dimostrare che la misura serve, altrimenti diventa una misura restrittiva assolutamente inutile”.
L’Italia chiede poi ”una politica di controlli più rigorosi ed è contraria alla continue richieste di deroghe sulle taglie minime del tonno”. Per mettere a punta una posizione unitaria all’Iccat i tempi sono stretti. Così già domani partiranno le riunioni tecniche tra gli esperti dei 27 e della Commissione. Un accordo è indispensabile affinché Bruxelles possa essere legittimata a negoziare a Parigi.
Galan infine, ha colto l’occasione per dire ai partner europei che ”non solo i tonni sono meritevoli di tutela e di difesa, ma anche per il pesce spada le cui risorse stanno diventando sempre meno e le taglie sempre più piccole. E questo senza dimenticare alcuni tipi di squali come la verdesca e lo squalo volpe che stanno scomparendo”.
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