Dopo le piogge a Natale, con il livello dei fiumi del nordest monitorato costantemente e la paura di un nuovo alluvione in Veneto, arriva il gelo. Nelle prossime ore le temperature scenderanno anche di 10-15 gradi in buona parte del paese: sarà dunque un Capodanno al freddo, anche se il maltempo lascerà spazio ad una situazione più stabile fino al 9 gennaio, con tempo soleggiato quasi ovunque.
Già il 26 dicembre comunque si è registrato un deciso calo della colonnina di mercurio, soprattutto sulle regioni del centro nord, dove le minime non hanno superato i cinque gradi. Il record si è registrato alle 13 sul Monte Rosa con una temperatura di -14 gradi, e sulla Paganella, in Trentino Alto Adige, con una minima di -13 a metà giornata. Mentre a Trieste le raffiche di Bora hanno raggiunto i cento chilometri orari.
Un ulteriore abbassamento delle temperature, dicono gli esperti, è previsto per il 27 su tutte le regioni, mentre il 28 sarà il centro-sud ad essere interessato dal calo delle temperature. ”La diminuzione nei prossimi giorni potrà raggiungere anche i 10-15 gradi – dice il climatologo dell’università di Firenze Giampiero Maracchi – anche se la fase acuta del maltempo che flagella l’Italia da un paio di mesi sembra in via di esaurimento”.
Quel che ci si sta lasciando alle spalle è stato comunque ”un autunno anomalo” precisa Maracchi, ”per frequenza e intensità dei fenomeni”. Basti pensare che ”le precipitazioni dal 22 ottobre e per tutto novembre e dicembre, sono state circa il 60-70 per cento di quanto normalmente avviene in un anno”.
Intanto è rientrato l’allarme per i fiumi veneti e liguri. Tra le province di Padova e Vicenza non preoccupano più il Bacchiglione, protagonista dell’alluvione di inizio novembre, e il Fratta: i livelli di entrambi si sono notevolmente abbassati ed è rientrato l’allerta scattato la sera della vigilia di Natale, quando per alcune ore si è temuta una nuova esondazione del Bacchiglione.
A causa del maltempo comunque, si sono registrati disagi notevoli nel vicentino, frane nel veronese e nel trevigiano con l’evacuazione di alcune famiglie a scopo precauzionale per l’innalzamento dei livelli di Piave e Livenza. Rientrato l’allarme anche a Venezia dove l’acqua alta, dopo aver toccato una punta massima di 144 cm sul livello del mare la sera del 23 dicembre, ha toccato i 105 centimetri.
E anche in Emilia sono passate senza danni le piene dell’Enza, del Panaro, del Reno e del Secchia. Disagi provocati dalle frane invece in Liguria, soprattutto nello spezzino, anche se il livello del Magra si è abbassato e non desta più allarme. Tellaro, la frazione delle Cinque Terre, è ormai isolata da tre giorni a causa di una grande frana: i rifornimenti arrivano dal mare grazie all’intervento delle motovedette delle Capitanerie di Porto e della Protezione Civile. Problemi anche ad Ameglia, Fiascherino, Lerici, Carrodano, in alcuni paesi della val di Vara.
E in Toscana, dove è ancora chiuso il raccordo autostradale Firenze-Siena per uno smottamento all’altezza di San Casciano. Non sono invece piu’ isolati dal pomeriggio di Natale i 150 cittadini di alcune frazioni di Pieve Fosciana, in Garfagnana, dove si era abbattuta una frana sulla strada che collega al paese. La situazione però resta critica con il fronte della frana che continua a muoversi verso valle.