Il più grande porto per il carico di carbone al mondo, lo scalo australiano di Newcastle nei pressi di Sydney, è stato bloccato da una cinquantina di ambientalisti per protesta contro le emissioni inquinanti che causano l’effetto serra. Lo segnalano fonti ufficiali del gestore del porto e dell’organizzazione ecologista che ha compiuto il raid.
Militanti del gruppo australiano ”Rising Tide” (marea montante) hanno scalato con corde alcune strutture e si sono incatenati a macchinari da carico in tre terminal, esponendo striscioni. A metà pomeriggio, diverse ore dopo l’inizio della protesta, la polizia ha riferito di aver compiuto cinque fermi.
”Riteniamo che le esportazioni dell’Australia stiano contribuendo al problema”, ha detto una portavoce del gruppo riferendosi agli effetti dei cambiamenti climatici e in particolare a quelli che sarebbero all’origine delle inondazioni in Pakistan e degli incendi in Russia.
Attraverso il porto di Newcastle, a nord di Sydney, l’Australia è uno dei massimi esportatori mondiali di carbone contro cui si muovono gli ambientalisti finora senza riuscire a provocare blocchi rilevanti come quello di oggi, ha riferito la portavoce di Rising Tide.
La Port Waratah Coal Services, società che gestisce i tre terminal bloccati, ha previsto che ci vorranno giorni per valutare i danni economici causati dal fermo degli impianti che lavorano a ciclo continuo.