COMO – Storia, tecnologia, equità sociale e tutela dell’ambiente fusi in un unico grande e multisfaccettato progetto di cooperazione avviato lo scorso 10 febbraio, tra la città di Como e quella svizzera di Yverdon les Bains. Le due città, accomunate da caratteristiche ed esigenze simili, intendono partire da questa stipula per porsi al centro, o per lo meno all’inizio, di un più diffuso “network”, capace di legare le città d’acqua dolce europee, così da condividere programmi ed esperienze in progetti di sviluppo turistico, ambientale, accademico, culturale, tecnologico ed economico.
L’accordo, firmato dai due primi cittadini Stefano Bruni e Daniel Von Siebenthal nasce da una proposta avanzata dalle associazioni “Waterfront” (che si occupa di Ricerca e Sviluppo di progetti per la valorizzazione del patrimonio naturale, storico, scientifico e tecnologico urbano e quella per lo sviluppo del territorio) e “Urbano Creativo”, incubatore del Politecnico di Milano.
L’avvio del progetto consentirà di dare realizzazione concreta a idee di sviluppo nell’ambito della diffusione della tecnologia, del superamento del Digital Divide, della tutela e del continuo monitoraggio delle acque, e persino dello studi dei reperti di epoca romana. Tra quelli che più promettono di incidere sulla vita quotidiana dei cittadini comaschi c’è, per esempio, il “Progetto City Runner”, con cui la città si impegna a sperimentare i più innovativi sistemi tecnologici di comunicazione pubblica; c’è il “Progetto NoBits”, per la riduzione del Digital Divide, rivolto a famiglie, associazioni e strutture di accoglienza per anziani. Per i responsabili comunali “La Città di Como si propone di diventare ambito territoriale di ricerca e sviluppo di progetti di ingegneria e robotica legati al Monitoraggio della qualità delle acque, alla Mobilità sull’acqua”.
Sulla sponda svizzera del progetto a Yverdon-les-Bains, grande interesse suscita invece il VERY – Valorizzazione delle imbarcazioni romane di Yverdon-les-Bains- un sistema di studio dei reperti le cui conoscenze, acquisite nel corso degli anni, saranno messe in comune con Como, in particolare la tecnologia laser, che sarà utile per l’analisi dei reperti patrimonio nel Museo Civico di Como.
Il passo successivo sarà coinvolgere altre amministrazioni con lo stesso Dna lacustre nell’iniziativa.
