La notizia. A partire dall’8 settembre 2010 alla Procura di Enna, una delle sedi giudiziarie meno ambite d’Italia, ci sarà un solo magistrato. Dopo il trasferimento dell’ultimo sostituto in servizio, Marcello Cozzolino, a reggere l’ufficio sarà il procuratore capo Calogero Ferrotti, costretto a farsi letteralmente in quattro, quanti infatti sono i pm che teoricamente dovrebbero essere in organico, e a dividersi tra indagini, udienze e mansioni dirigenziali.
Dice Ferrotti: ”Non si può rimanere in attesa della presa di possesso di magistrati di prima nomina prevista solo nell’aprile 2011. Le esigenze della giustizia non possono attendere, io da solo non posso farcela e il rischio concreto è la paralisi pressoché completa”.
Una situazione insostenibile che dovrebbe durare fino alla prossima primavera, quando, avrebbe assicurato il ministro della Giustizia derogando alla regola che vieta l’assegnazione di affidare ruoli in cui agiscano da soli dei giovani e inesperti magistrati di prima nomina, arriveranno tre uditori giudiziari.
Ferrotti, 67 anni, da 33 in magistratura, già a novembre scorso, nel corso di un intervento, denunciò la gravissima situazione del suo ufficio e il rischio che l’organico fosse azzerato in pochi mesi. Parole, quelle dell’anziano magistrato, che suscitarono una reazione dura del ministro della Giustizia Angelino Alfano: ”Amministrare la giustizia è un compito difficile e quindi se il procuratore non se la sente, è meglio che si goda la meritata pensione”.
Alle dichiarazioni del ministro seguirono attestazioni di solidarietà dei colleghi e dell’Associazione nazionale magistrati, ma nessun provvedimento fu preso. ”Spero nella sensibilità del procuratore generale per potere tamponare – afferma Ferrotti – almeno la situazione con l’applicazione di un pm”. Nei prossimi mesi sul magistrato pioveranno centinaia di fascicoli: a Enna ogni anno vengono aperti una media di 7.000 procedimenti penali. Una mole di lavoro enorme per una sola persona, che dovrà fare i conti anche con le richieste di misure cautelari e con tutte le attività connesse alle indagini. Per non parlare delle udienze, camerali e collegiali, tra le quali il procuratore dovrà dividersi.
