ROMA – Coppia separata o divorziata: nella maggior parte dei casi lei resta a casa con i figli, ma magari il proprietario è lui. Chi paga l’Imu? Un emendamento al decreto fiscale specifica che la tassa la deve pagare chi rimane a casa. Nel caso di separazione o divorzio pagherà l’Imu quindi chi ha il “diritto di abitazione” anche se non necessariamente ne è proprietario.
Ai fini dell’applicazione dell’Imu, l’imposta municipale unica, ”l’assegnazione della cosa coniugale al coniuge non titolare di diritti reali sullo stesso, convenuto ovvero disposto in sede di separazione o di divorzio dei coniugi, si intende in ogni caso effettuato a titolo di diritto di abitazione”. E’ quanto prevede testualmente l’emendamento del relatore (Gianfranco Conte del Pdl) al dl fiscale, presentato alla Commissione Finanze della Camera.
Non si può stabilire a priori chi dovrà pagare l’Imu sulla casa, perché dipende dalle condizioni economiche dei coniugi. E’ una decisione che quindi andrebbe lasciata al giudice, che dovrebbe stabilire caso per caso a chi tocca l’incombenza. E’ l’opinione di Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami). “Sulla questione del pagamento della tassa comunale sulla casa dei coniugi separati – spiega Gassani all’Ansa – la giurisprudenza è sempre stata contraddittoria. Prima l’Ici doveva essere pagata dal coniuge assegnatario, poi sono cambiate le regole e la doveva pagare il proprietario. Ora a quanto pare si torna all’orientamento originario, abbandonato da una decina di anni”.
L’emendamento al dl fiscale proposto dal relatore, secondo l’avvocato, “è condivisibile ma fino a un certo punto, dipende in effetti dalle capacità economiche del coniuge assegnatario. Se costui ad esempio riceve un assegno di mantenimento basso, ci potrebbero essere dei problemi. Oppure se è una casalinga con poche risorse o una persona disabile, dove trova i soldi per l’Imu?”. La soluzione, per Gassani, potrebbe essere quella di dividere a metà il pagamento tra i due ex coniugi. Nei casi poi di notevole differenza di capacità economica tra i due, potrebbe essere il coniuge più ricco a pagare. “Ogni separazione ha una sua storia – aggiunge – si separano i miliardari ma anche i poveracci. Meglio demandare al giudice la valutazione caso per caso”. Anche perché, precisa, l’80% delle separazioni riguarda persone di ceto medio-basso, che non arrivano a 1.400 euro al mese di stipendio, cifra che quando c’è una separazione diventa ancora più bassa.