L e aspettative messianiche con cui è stato accolto Mario Monti cominciano a vacillare. Sono trascorsi già quindici giorni da quando il nuovo capo del governo ha ricevuto l’incarico e finora l’unica cosa che si è notata è la lentezza con cui il presidente del Consiglio procede. Perfino un fan convinto dell’esecutivo tecnico come il direttore di Repubblica, l’altra sera da Lucia Annunziata, ha annunciato che l’indomani il suo giornale avrebbe invitato i professori a darsi una mossa. E dopo fiumi di melassa, ma sarebbe meglio chiamarla con il proprio nome e cioè saliva, anche la stampa specializzata è giunta alla conclusione che due settimane sono trascorse senza che il governo abbia fatto nulla. In contemporanea l’organo ufficiale di Confindustria e quello internazionale dei banchieri hanno sollecitato ieri l’ex rettore della Bocconi a tirar fuori dal cilindro il coniglio. Il Sole 24 ore, quasi con imbarazzo, ha chiesto conto delle lentezze. Mentre il roseo gemello londinese, il Financial Times, ha riportato quanto noi scriviamo da giorni e cioè che nel Consiglio dei ministri si parla di ogni cosa, di alghe marine e di isole Cook, tranne che di ciò di cui ci sarebbe urgente bisogno. «Il piano anticrisi è avvolto nelle nebbie», ha sentenziato il quotidiano britannico.