Silenzio, parla Bondi. Il ministro della Cultura Sandro Bondi si è sentito di dire: ”Sentivo come un dovere essere con i miei colleghi senatori a votare la legge Finanziaria”. Poi, come san Sebastiano: ”Le polemiche su di me ormai sono il pane quotidiano”.
Chi ha capito tutto e celo spiega è il sottosegretario Laura Ravetto: ”Il governo ha tagliato gli sprechi e non il comparto della cultura. C’è un impegno congiunto di molti ministeri con quello del Tesoro a sostenere la cultura , e una serata come questa, sostenuta da così tanti sponsor, è la dimostrazione che serve sì l’appoggio del governo ma serve altresì la capacità di far adottare la cultura anche ai privati”.
Segue la Rai, che dà spettacolo non solo sullo schermo, ma anche fuori. Antonio Verro, consigliere di amministrazione della Rai: ”Con buona pace del direttore Daniel Barenboim, ho trovato inopportuno che abbia ricordato l’articolo 9 della Costituzione. Non c’è dubbio che si debba sostenere la cultura ma è altrettanto evidente che è in atto un tentativo del governo di trasformare quello che era prima assistenzialismo in contributi più mirati al merito”.
Ma Paolo Garimberti, presidente della Rai, non è d’accordo e lo dice: ”Bravo Barenboim. Ha fatto una cosa culturalmente valida in difesa della cultura e non credo che ci sia nulla da criticare se ha letto un articolo della costituzione. Come ha detto oggi il presidente Napolitano – ha aggiunto – l’articolo 9 va sempre difeso, anche nei momenti difficili”. Giarabub.
Poi il patos: ”Ogni tanto sappiamo fare, lasciatemelo dire, buon servizio pubblico”.
Alla rinfusa, una cascata di parole in libertà.
Umberto Veronesi: ”Barenboim ha fatto bene a ricordare l’articolo 9, mettendo insieme cultura e scienza perché senza cultura e scienza non c’è crescita. La cultura è istruzione e scuola e anche gli studenti hanno le loro ragioni”.
Francesco Saverio Borrelli, ex procuratore della Repubblica di Milano ai tempi di Mani pulite e padre spirituale di Antonio Di Pietro: ”Il messaggio di Barenboim è stato un gesto di generosità per i manifestanti fuori”.
Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla Cultura del Comune di Milano: ”Sono d’accordo con Barenboim, dobbiamo partire dalla cultura che è il primo fattore di sviluppo per l’Italia che non è certo una potenza politica o militare. La cultura è il nostro petrolio ma non inquina”.
Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa SanPaolo, si dice ”molto preoccupato” per la situazione alla Scala ”se dovessero essere tagliati i giusti aiuti a un teatro che fa la differenza per il paese”. ”La Scala è in un momento complicato , ma può dimostrare che i teatri dell’opera ce la possono fare, e quindi siamo qui per la musica e per la Scala”.