“La discarica Sari non deve riaprire”, in molti a Terzigno non sono d’accordo su alcuni punti cruciali dell’accordo firmato tra il governo e i sindaci del vesuviano sullo stop per il sito di Cava Vitiello. I manifestanti annunciano altre proteste una mobilitazione, che prevede l’arrivo alla rotonda di via Panoramica di quattro cortei provenienti dalle diverse città del Vesuviano.
Per tutta la notte tra venerdì e sabato i manifestanti sono rimasti per ore a discutere sulla via Panoramica a Terzigno dei contenuti dell’intesa sottoscritta in Prefettura a Napoli tra il premier Silvio Berlusconi e i sindaci dei comuni vesuviani.
L’ala più intransigente del presidio non condivide, tra gli altri punti, in particolare quello che riguarda la discarica Sari la cui attività è stata temporaneamente sospesa dopo i miasmi che per mesi hanno ammorbato le popolazioni dei territori vesuviani – anche stanotte l’aria è stata invasa dal cattivo odore – e per la necessità di effettuare controlli ambientali nella cava. Gli ultimi dati disponibili, a maggio 2009, avevano evidenziato la presenza di una serie di elementi inquinanti. Per i comitati, in particolare, non è stato ottenuto un risultato centrale della battaglia: la non riapertura della discarica Sari.
La cava, infatti, dopo la chiusura a tempo determinato per l’effettuazione delle analisi necessarie, i controlli nell’aria, gli interventi per l’eliminazione dei cattivi odori e del percolato, accoglierà, secondo l’intesa firmata ieri, solo la frazione secca dei rifiuti provenienti dai 18 comuni dell’area vesuviana.