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BUENOS AIRES – Migliaia di argentini, giovedì 13 settembre hanno manifestato a Buenos Aires contro il governo della presidenta Cristina Fernandez, che ha perso popolarità dopo la sua rielezione a causa dello scontento per scandali di corruzione, il problema della sicurezza e la situazione economica. Con un’inflazione al 25% circa gli argentini hanno provato a cambiare i pesos con i dollari, ma il governo ha introdotto delle restrizioni che rendono quasi impossibile ottenere dollari legalmente.
“Cristina, il voto non dà l’impunità per le truffe morali o per distruggere l’economia”, si leggeva su un grosso cartello portato da un gruppo di giovani dimostranti in Plaza de Mayo, di fronte al palazzo del governo. Le modalità di protesta dei ‘cacerolazos’, questo il nome dei dimostranti che protestano battendo pentole e tegami, sono una tradizione in Argentina e la manifestazione di ieri è stata spontanea e non organizzata dai partiti di opposizione.
Si è trattato della principale dimostrazione contro la Fernandez dal 2007, quando salì alla presidenza. Lo slogan della protesta, diffuso su Facebook e Twitter, recita: ‘Non permetteremo a questo governo di continuare ad avanzare, marciamo per la libertà e per la difesa della Costituzione nazionale’. Molti argentini temono che la presidenta possa usare il controllo sul Congresso per rimuovere i limiti dei mandati presidenziali e cerchi di vincere altre elezioni, che la potrebbero mantenere al potere fino al 2019 e oltre. L’idea è stata ventilata dai sostenitori della Fernandez, la quale non ha apertamente respinto l’ipotesi.
Durante un intervento pubblico a San Juan, circa 1.300 chilometri da Buenos Aires, la presidenta non ha voluto dilungarsi sulle proteste. “Non mi lascerò innervosire”, ha detto. E in risposta alle grida dei sostenitori che le chiedevano di correre per un terzo mandato ha replicato: “farò quello che ho sempre fatto: combattere e lavorare, non conosco altro modo di vivere”. La Fernandez è stata rieletta l’anno scorso con il 54% dei voti.