BUENOS AIRES – “Non abbiamo mai sentito da lui una parola sui nostri nipoti né dei desaparecidos”. Estela Carlotto, a capo delle nonne di Plaza de Mayo, è disincantata sulla limpidezza di Papa Francesco al tempo della dittatura in Argentina ma è ottimista: “E’ un’altra storia; l’importante è sapere che vuole lottare per la pace, la convivenza e l’amore per il prossimo”.
Jorge Maria Bergoglio è entrato nel mirino dei suoi critici per il comportamento tenuto durante la lunga stagione del regime militare: complice secondo alcuni, tanto da segnalare da capo della Compagnia di Gesù ai generali la presenza di due gesuiti sovversivi; innocente secondo altri e anzi solidale con i due tanto da proteggerli e fornire loro i passaporti per lasciare il Paese.
Estela Carlotto, invece, si sofferma sul suo silenzio in quegli anni tremendi: “Non dimentichi il suo Paese, come fece con noi”, dice ancora al Diario. “Non venne i nostro aiuto ne’ a offrire l’appoggio della Chiesa, che come cattolici aspettavamo che ci arrivasse”.