
ISLAMABAD – Il terrorismo torna a colpire il Pakistan. Sabato 21 gennaio c’è stata una esplosione in un mercato di frutta e verdura a Parachinar, capoluogo della Kurram Agency, territorio tribale nord-occidentale del Paese. Nella deflagrazione sono morte 25 persone, 70 i feriti.
Almeno dodici delle vittime sono musulmane sciite. I loro cadaveri sono stati trasferiti nella Imambargah della città, dove i membri della comunità sciita si raccolgono quotidianamente in preghiera.
Geo Tv ha segnalato che si tratta del quarto attentato che negli ultimi anni ha colpito il mercato di Eidgah. Un simile attentato nel dicembre 2015 ha causato 25 morti e 70 feriti. La Kurram Agency è uno dei sette territori tribali del Pakistan. I talebani del Tehrek-e-Taliban Pakistam (TTP) vi sono presenti, ma sono frequenti anche gli attentati frutto di scontro fra gruppi sunniti e sciiti.
LE RIVENDICAZIONI – Due movimenti fondamentalisti sunniti talebani – il Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) ed il Lashkar-e-Jhangvi al-Alami (LeJ) – hanno rivendicato con due separati comunicati l’attentato nel mercato di frutta e verdura di Eidgah a Parachinar, che ha causato 25 morti e decine di feriti.
Le autorità locali e l’ufficio stampa dell’esercito hanno indicato che l’attentato è stato il risultato dello scoppio di un potente ordigno (ied) comandato a distanza. Ma nella loro rivendicazione via e-mail i due movimenti sostengono che si è trattato dell’opera di un kamikaze, chiamato Saifullah, alias Bilal.
Il TTP ha spiegato che sì è trattato di una vendetta per l’uccisione in falsi scontri a fuoco di tre comandanti in carcere fra cui uno dei fondatori del movimento, Muhammad Ishaq. Da parte sua il LeJ al Alami ha parlato di una “operazione in joint venture con il TTP”.