CITTA’ DEL MESSICO – Sabato 24 Settembre, la nave della compagna Pemex che trasportava 150mila barili di gasolio è esplosa per ragioni ancora da accertare. I 31 memebri dell’equipaggio sono stati costretti a lasciare la nave che stava navigando nel Golfo del Messico.
La Pemex ha dichiarato di aver aperto un’indagine interna per accertare le ragioni dell’esplosione ed ha precisato che nessuno dei 31 membri dell’equipaggio è rimasto ferito. L’incidente è avvenuto quando la nave si trovava al largo di Boca del Rio (Veracruz).
Nel 2010, una piattaforma della Bp era aveva perso tonnellate di greggio inquinando parte del mare del Golfo del Messico. Per far fronte alla marea nera e a futuri disastri ambientali del genere, la Aeroclay Inc, azienda nata proprio per portare il prototipo sviluppato dalla Case Western University di Cleveland, sei anni fa ha brevettato delle spugne assorbi-petrolio con batteri geneticamente modificati e sostanze chimiche speciali.
“Molte compagnie stanno studiando versioni geneticamente modificate e più potenti – spiegava nel 2010 Terry Hazen del Lawrence Berkeley National Laboratory – ma queste per ora funzionano solo negli ambienti ricchi di nutrienti del laboratorio. Una volta messi nell’acqua salata la maggior parte muore”.
La Sl Ross environmental research, un’azienda privata americana, sempre a partire dal 2010 ha cominciato a lavorare a delle sostanze derivate dal silicone che sono in grado di ‘gonfiare’ il petrolio, rendendolo più facile da bruciare. Per fortuna non è questo il caso, dato che la Pemex a quanto pare non ha rilasciato gasolio in mare.