MAKASSAR – Morti riesumati e vestiti a festa. Non parliamo della trama di un film horror, ma del “Ma’nene”, rituale funebre diffuso tra i Toraja, popolazione indigena del Sulawesi Meridionale (Indonesia).
Secondo quanto riportato da France24, ogni anno, ad agosto, le famiglie del posto sono chiamate ad onorare i propri defunti, disseppellendoli dalle tombe. Obiettivo del rituale: mostrare amore e devozione verso i membri della comunità che sono morti e propiziarseli affinché il raccolto di riso sia abbondante. Basti pensare che un funerale toraja può arrivare a costare oltre un miliardo di rupie (quasi 70mila euro), ovvero più di un matrimonio.
Una volta riportate alla luce le salme, i corpi vengono puliti ed esposti al sole, per permettere ai resti di essiccarsi il più possibile. Si procede poi con la nuova vestizione, spesso ritardata per via della presenza di turisti indiscreti, che accorrono sul posto per scattare qualche foto ai parenti dei defunti, che interagiscono con le salme disseppellite, quasi fossero realmente ancora in vita.
I rischi per la salute di chi mette in atto questa pratica sono bassi perché i corpi vengono seppelliti dopo un lungo processo mummificazione, che prevede l’utilizzo di erbe tradizionali ed appositi disinfettanti. Quanto alle origini del rituale, non è possibile stabilire una data precisa in cui si è diffuso tra i Toraja. Certo è che oggi è praticato in modo continuativo solo da una minoranza di loro. La maggior parte vi partecipa in modo sporadico, soprattutto dopo l’avvento del cristianesimo per opera dei missionari a partire dal XX secolo. Non a caso, sebbene l’85 % della popolazione indonesiana sia di fede musulmana, l’80 % dei Toraja sono protestanti o cattolici.
In alto nella pagina un video girato durante Ma’nene. ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI.