ROMA – Intervistato dal Fatto Quotidiano, l’attore Alessandro Benvenuti parla anche di Francesco Nuti.
I due furono legati da un lungo sodalizio artistico: nel 1978 infatti Nuti si unì ai Giancattivi. “Ci ritrovammo di fronte a Francesco – ricorda Benvenuti -. Aveva fame, voglia di conquistarsi uno spazio, feroce volontà di successo, un volto che bucava lo schermo. Lo imbarcammo”. Dunque ricorda il momento in cui disse addio al gruppo: “Nuti non ce la faceva più a stare in gruppo, voleva tentare la fuga e ci riuscì benissimo. A dirgli vattene a dire il vero fu Athina. Sul set, Francesco non si trovava mai. E tra una crisi di coscienza e un’assenza, la situazione si era fatta insostenibile”.
Dunque il ricordo si fa più intimo: “Per lui – continua Benvenuti – ho nutrito tre anni di odio assoluto. Tre anni di odio vissuto bene, bene, bene. Poi dopo, nel momento in cui con tanta difficoltà e molto dolore ho compreso l’importanza di Francesco non solo dal punto di vista artistico, ho saputo ringraziarlo. Il suo atteggiamento e le sue decisioni mi costrinsero a fare una dolorosissima riflessione sui motivi per i quali avevo perso il successo popolare e l’ autostima”. E ancora: “Se sono quel che sono e sono riuscito a fuggire dal mio inferno senza bruciature lo devo anche a lui. Il nostro riavvicinamento fu dolce. Avevamo rialimentato i nostri sogni giovanili: portare in scena Aspettando Godot. È mancato il tempo. Ed è un grande dispiacere”.
Poi, però, i problemi personali, l’alcolismo, la caduta e quel calvario iniziato anni fa e che ancora continua: “Francesco è nato con un male oscuro – spiega Benvenuti -. Qualcosa si è inceppato nell’infanzia e lui non ha mai superato quello scoglio. Il successo ha nascosto il malessere e al primo intoppo – il pericolosissimo Pinocchio – il male si è ripresentato in maniera devastante ed è venuto giù il cielo. Io non so se Francesco fosse predestinato, ma ho l’impressione che per la fortuna che ebbe, la sorte gli abbia presentato poi un conto salatissimo”, conclude, amaro Benvenuti.