In una scena sottovalutata ma tuttavia significativa del film “Julie & Julia” di Nora Ephron, Julia Child – interpretata da una straordinaria Meryl Streep – e il suo editore Judith Jones – Erin Dilly – discutono per trovare il titolo più adatto al celebre libro di ricette scritto dalla protagonista.
Non è di certo un momento di grande suspense – ancor meno per chi abbia già cucinato un omelette seguendo i consigli del libro in questione – ma fornisce alla regista e al pubblico stesso l’opportunità di assaporare la precisa natura del successo raggiunto dalla grande cuoca Julia Child.
Il nome del libro è “Imparare l’arte della cucina francese” (titolo originale “Mastering the Art of French Cooking”) e non qualcosa come “Cucina facile” o per “Per principianti”….in altre parole, cucinare un omelette, secondo l’autrice, rientra in una disciplina impegnativa e sofisticata che non può certo essere appresa con superficialità. Ma allo stesso tempo è un’arte che si può imparare: è solo questione di tecnica, abilità e pratica.
Il libro di ricette di Julia Child costituisce uno dei libri più letti negli States nel dopoguerra assieme ad altre pubblicazioni come “Il neonato e la cura del bambino” di Benjamin Spock, “Il gatto nel cappello” del Dott. Seuss e il Rapporto Kinsey. Pertanto cercare di ridurre l’opera della Child ad un mero libro di cucina sarebbe riduttivo. Si tratta infatti di un volume che ha sostanzialmente cambiato le abitudini e il modo di concepire la cucina di milioni di persone.
In molte cucine americane “Imparare l’arte della cucina francese” è infatti conosciuto semplicemente come Julia, in onore dell’autrice, e diverse discussioni di natura culinaria sono improntate proprio sulle ricette contenute nel libro… Ecco la tipica frase che si potrebbe sentire in una chiacchierata tra marito e moglie intenti a preparare una cena per i parenti:“Dovremmo separare le uova o girare l’arrosto? Cosa consiglia Julia?”.
Nel 2002, più di cinquant’anni dopo l’arrivo della Child a Parigi, un’impiegata di Long Island, Julie Powell – Amy Adams-, decide di dedicarsi per un anno ad apprendere i segreti di “Mastering the Art” riportando la sua esperienza in un blog. Ed ecco spiegato il titolo della brillante commedia della Ephron “Julie & Julia”. Due donne un’unica passione: l’arte della cucina. Ognuna con la sua storia e la sua vita: Julia decisa ad affermarsi come chef nell’affascinante Parigi dei primi anni ’50, Julie convinta di poter trovare nel libro della Child un modo per evadere dal grigiore di una vita avara di soddisfazioni. Due storie vere in grado di catturare l’attenzione dello spettatore con estrema facilità.
Bravissime entrambe le due protagoniste, ma la Streep sembra essere costantemente una spanna sopra tutti gli altri attori presenti nel cast – nonostante l’ottima prova di Stanley Tucci, nelle vesti del marito della Child -. Per questo i momenti dedicati alla ricostruzione del soggiorno parigino della Child risultano nettamente più interessanti rispetto alla New York contemporanea in cui si ritrova la simpatica Julie. Nonostante queste asimmetrie nella trama, dovute non tanto ai limiti della sceneggiatura quanto alla bravura inarrivabile di Meryl Streep, la commedia della Ephron resta un piccolo capolavoro: intelligente, sofisticata e mai banale. Da non perdere.