ROMA – Roma e Torino continuano a litigare per il Festival del Cinema: la rassegna romana si terrĂ tra il 9 e il 17 novembre, disattendendo la richiesta del Comune piemontese. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, aveva infatti chiesto a Gianni Alemanno di spostare le date, ritenute troppo vicine a quelle dell’Iff di Torino. La cittĂ piemontese aveva chiesto un gesto di buonsenso, ma da Roma niente è cambiato. Ma il dubbio è lecito: l’ex “compagno” Fassino si sarebbe così tanto lamentato se al posto di Alemanno sedesse ancora Walter Veltroni (che è stato peraltro il piĂ¹ grande fautore del Festival del Cinema di Roma)?
Non è servito dunque l’estremo tentativo di mediazione da parte del Ministero dei Beni Culturali. Subito è arrivata la protesta del Comune di Torino: ”E’ una mancanza di rispetto per il sistema cinema italiano”. Il presidente e il direttore artistico di Roma Paolo Ferrari e Marco Muller hanno spiegato perĂ² che nulla era possibile per distanziare le due rassegne (quella piemontese parte a una settimana dalla chiusura di quella laziale): ”Abbiamo tentato in tutti i modi di accontentare Torino – ha detto Ferrari – ma non possiamo anticipare perchĂ© abbiamo il problema dell’American Market, e le strutture che usiamo sono occupate e ci sono dei contratti. Per l’anno prossimo avremo molto piĂ¹ tempo per discutere”.
Del resto, ha proseguito Muller, ”ci sono tante situazioni in cui festival contigui convivono, come Montreal che finisce il 3 settembre e Toronto che comincia il 6. GiĂ dai primi di febbraio ho cercato sia Martini che Amelio. Ci sono degli imperativi: ho segnalato subito che bisognava armonizzare le date ma non ho fatto una sola dichiarazione contro Torino”.
“Mmi spiace – ha commentato l’assessore regionale alla Cultura di Torino, Michele Coppola, – che le istituzioni romane abbiamo dovuto accettare il ricatto di Muller”.
Il Cda del 10 maggio ha comunque fissato alcuni punti di quella che sarĂ la rassegna romana: il bilancio, che è attorno agli 11 milioni; la sede che resta esclusivamente l’Auditorium; ma soprattutto sono stati approvati i contratti sia del direttore generale Lamberto Mancini che dello stesso Muller, che firmerĂ un accordo per tre anni da 120 mila euro l’anno. Tutte decisioni che perĂ² non sono state prese all’unanimitĂ : contro hanno votato la Camera di Commercio con Andrea Mondello e la Provincia di Roma con Massimo Ghini: ”c’erano alcuni punti che potevano essere approfonditi e invece sembravano tutti indiscutibili. I contratti prima erano rinnovabili di anno in anno, e la maggioranza del Cda non ha mai voluto prendere in considerazione altre date. Di questa posizione Muller si deve prendere la responsabilitĂ ”
