Film, si cambia, o meglio si torna come prima: con l’Italia che riapre torna la regola del “prima in sala poi in streaming” sulle varie piattaforme come Amazon e Netflix. Lo annuncia il ministro della cultura, Dario Franceschini, che ha firmato il nuovo decreto finestre, un provvedimento che reintroduce l’obbligo di uscita in sala per i film che ricevono contributi dallo Stato. Ora i film potranno approdare sulle piattaforme streaming e in televisione dopo trenta giorni dalla prima proiezione al cinema.
Il sostegno al cinema, poi ai film in streaming
“In questa fase di ripartenza è fondamentale sostenere le sale cinematografiche e allo stesso tempo riequilibrare le regole per evitare che il cinema italiano sia penalizzato rispetto a quello internazionale”, dice Franceschini. Ma il decreto non va giù agli esercenti, che lo bocciano. “Inaccettabile” lo definisce anzi Mario Lorini, presidente dell’associazione che li rappresenta, l’Anec. Nello specifico, spiegano dal ministero della cultura, sino al 31 dicembre 2021 i film potranno essere distribuiti in piattaforma dopo 30 giorni dall’uscita in sala.
Per un’ordinata riprogrammazione delle attività , aggiungono, il decreto prevede anche la validità degli accordi che gli operatori hanno siglato con le piattaforme prima del 2 maggio 2021. Ossia nel periodo in cui a causa della chiusura delle sale è stato temporaneamente sospeso l’obbligo di uscita in sala prima dello streaming.
La differenza tra i film italiani e quelli stranieri
L’Anec non ci sta: “Si tratta di un provvedimento che intende porre un equilibrio fra i film italiani e quelli internazionali. Dimenticando però che in sala sono pianificati, per i primi mesi e salvo occasionali eccezioni, solo film di produzione straniera. I titoli nazionali, sostenuti con ingenti investimenti del Ministero, si concentrano con l’uscita in sala in pochi mesi l’anno. Se di riequilibrio si deve parlare, allora da giugno che il Ministro proceda con provvedimenti per portare in sala i film italiani. Così come pianificato con quelli internazionali”.Â