Dopo il successo ottenuto con The Fighter (2010), David O. Russell torna sul grande schermo con una commedia romantica davvero sorprendente. Il lato positivo (Silver Linings Palybook), storia tratta dall’omonimo besteller di Matthew Quick, è un film in grado di lasciare il segno fin dai primi minuti di proiezione per forza narrativa e per l’intensità con la quale vengono delineati i suoi personaggi.
L’ultima fatica di Russell oltre a consacrare la giovanissima Jennifer Lawrence con un Oscar come Miglior Attrice Protagonista – ben otto nomination in tutto -, rappresenta senza alcun dubbio una delle pellicole mainstream più riuscite degli ultimi anni. Un perfetto mix di comicità, dramma e romanticismo supportate da una regia sempre raffinata – a conferma dell’incontestabile talento di Russell – e da un cast di vere all stars perfettamente in armonia tra di loro.
Pat (interpretato dall’ottimo Bradley Cooper), dopo otto mesi trascorsi in ospedale psichiatrico per curare il suo disturbo bipolare, è più che mai deciso a riconquistare sua moglie Nikki e a rimettersi in forma. Tornato provvisoriamente a casa dei suoi genitori, si ritrovrerà a fare i conti con una madre ansiogena (Jacki Weaver, già ammirata come mamma dei delinquenti australiani di Animal Kingdom) ed un padre ossessionato (Robert De Niro) all’inverosimile dalla sua squadra di football del cuore, gli Eagles di Philadelphia. Una situazione non proprio ideale per superare la dipendenza dagli psicofarmaci e ritrovare fiducia in se stesso. A complicare ulteriormente le cose, ci si mette l’improvviso incontro con Tiffany (una strabiliante Jennifer Lawrence, la bambina prodigio di un Gelido inverno), una ventenne vedova e dipendente dal sesso. In cambio della sua intercessione presso Nikki, la ragazza obbligherà Pat ad accompagnarla ad un improbabile concorso di ballo. E così tra sedute psichiatriche, jogging a go-go e passi di danza ognuno troverà quel che cerca…
Strizzando l’occhio alla screwball comedy e al romanticismo di Truffaut, Russell realizza un piccolo gioeiello cinematografico. Il ritmo della narrazione resta sempre altissimo, intervallato da momenti di comicità esilarante – imperdibili i duetti tra De Niro e Cooper davanti alle partite di football – e dialoghi sempre brillanti. Il disagio psichico dei due protagonisti su cui ruota l’intero film è rappresentato poi con convincente realismo senza scadere in banalità o prevedibili buonismi.
Altrettanto riuscito è il ritratto della famiglia piccolo borghese afflitta da nevrosi e manie d’ogni tipo. De Niro nel ruolo del tifoso superstizioso non lo si vedeva così in forma da tempo e l’intero cast risulta perfettamente amalgamato come testimoniano le 4 nomination ricevute dagli attori principali della pellicola, fatto che non si verifcava da oltre 30 anni. Azzeccatissima anche la scelta della colonna sonora supervisionata da Danny Elfman, capace di passare da brani di Johnny Cash agli Eagles of Death Metal del rocker Dave Grohl.
Irresistibile, commovente, inaspettato, ottimamente recitato. Senza alcun dubbio la miglior commedia dell’anno. Un buon motivo per recarsi al cinema ed uscire felice dalla sala.