E’ un asilo, si chiama Sunny Side ed è abitato da graziosi giocattoli guidati dall’orsetto Lotso Grandi Abbracci, tutto pelo rosa e profumo di fragola, ma di tenero ha ben poco, anzi somiglia ad un lager e lui ne è l’orrido kapò. E’ qui che nel terzo capitolo del film capiterà lo sventurato gruppo ‘classico’ di Toy Story, l’inossidabile coppia del cowboy Woody e del guerriero stellare Buzz Lightyear, con loro Jessie la Cowgirl, Hamm il maialino salvadanaio, la coppia del signore e la signora Potato oltre ovviamente al dinosauro Rex e al cane-molla Slinky. Ma si aggiungerà anche Barbie, per dare un tocco rosa alla storia che pure negli Stati Uniti ha causato non poche critiche delle femministe.
E’ ” Toy Story 3 – La grande fuga”, regia di Lee Ukrich per il capitolo tridimensionale della serie che uscirà in Italia il 7 luglio in 650 copie quasi tutte in 3D e che negli Usa e’ già in vetta al box office. Negli Stati Uniti Toy Story 3 era in testa nell’ultima rilevazione del week end con 59 milioni di dollari, arrivando a quota 226,6 milioni di dollari totali. Ma il primo capitolo nel 1995, che ha fatto la storia del cinema perché fu il primo lungometraggio in computer grafica, in quell’anno fece il più alto incasso al box office Usa con quasi 192 milioni di dollari e di 362 milioni nel mondo.
Il secondo capitolo del 1999, Toy Story 2-Woody e Buzz alla riscossa, il primo realizzato in digitale, ha superato il primo al botteghino divenendo il primo sequel d’animazione con gli incassi maggiori. Le premesse non sono facili da superare, ma la terza puntata non ha deluso i tanti bambini in sala all’anteprima romana del film, in un alternarsi continuo di colpi di scena, di emozioni, di invenzioni, di personaggi e di sfumature cromatiche.
Si parte come sempre dalla stanzetta di Andy, ma il bambino proprietario dei giocattoli non è più un bambino. Siamo in pieno dramma perché sta per partire per il college ed è costretto dalla razionalissima madre (personaggio oggetto di critiche negli Usa perché sarebbe troppo crudele, ma sembra solo molto pratica) di dover scegliere tra soffitta e spazzatura cosa fare delle vecchie cose. Solo Woody finisce nelle cose da portare via e gli altri per errore nella spazzatura.
Poi però tutti insieme si ritroveranno tra i giocattoli da affidare ai bambini dell’asilo Sunny Side. Qui però gli amici che lasciano solo Woody nel tentativo di tornare a casa, scopriranno di essere di fatto prigionieri di una vera e propria organizzazione di giocattoli capeggiati dall’orsetto Lotzo, con il suo ”esecutore”, l’inquietante quanto realistico bambolotto Bimbo, la piovra Stretch, il guerriero insettoide Twich. C’è anche Ken, appassionato di abiti sfavillanti, che poi però sarà salvato dal suo amore per Barbie.
La prima vittima del crudele gruppo sarà il povero Buzz che subirà una sorta di ”lobotomia” meccanica, e poi una serie di esilaranti mutazioni di personalità tra cui quella di uno svenevole quanto esilarante ballerino di flamenco dall’accento spagnolo. Alla fine, dopo aver rischiato (tra le urla dei bambini in sala) di finire in un gigantesco inceneritore, i giocattoli torneranno tutti insieme a casa per finire poi nelle braccia amorose di un’altra proprietaria, Bonnie, una deliziosa bambina che li riporterà a vivere.
