BERLINO – Prima รจ stato il cetriolo, poi la soia e la barbabietola, adesso sembra che la fonte dell’epidemia di E. Coli รจ ”molto probabilmente” nei germogli di fagioli.
Secondo il direttore dell’Istituto Robert Koch, Reinhardt Burger i consumatori che ”hanno mangiato germogli hanno una probabilitร nove volte piรน alta di soffrire di diarrea emorragica rispetto a coloro che non li hanno mangiati” e l’epidemia ”non รจ finita”.
Le indagini dal 5 giugno si erano concentrate su ”germogli di erba medica, lenticchie, fagioli e fieno greco” anche se bisognerร attendere le analisi di laboratorio in corso per vedere se l’ipotesi sarร confermata, avevano fatto sapere dalla Germania.
Se contagi si sono registrati in ”13 Paesi europei”, riconducibili a precedenti viaggi nell’area focolaio dell’epidemia, per l’Italia, ha chiarito Fazio anche davanti al Consiglio dei ministri, non c’รจ ”nessun allarme”. E in ogni caso, se anche ci dovessero essere casi di infezione di cittadini provenienti dalla Germania, ”questo non sarebbe un problema”. Perche’ ”tutte le strutture sanitarie sono allertate”, compreso il laboratorio dell’Iss.
A maggior ragione, quindi, vanno evitati ”allarmi infondati che possono non solo generare inutile preoccupazione nei cittadini ma anche conseguenze per i nostri prodotti agricoli e alimentari”. Rassicurazioni sono venute dal ministro dell’agricoltura Saverio Romano che ha riferito al Consiglio dei ministri: ”la frutta e gli ortaggi italiani sono tutelati da un sistema di controlli che li rendono sicuri”.
Secondo la Cia le preoccupazioni dei consumatori pesano sui conti italiani per piรน di ”150 milioni di euro” e che sono costati fino ad ora al sistema agroalimentare europeo 600 milioni di euro. Insomma, ha ribadito Fazio, bisogna cercare di rassicurare i cittadini e ”raccomandare il consumo di frutta e verdura fresca”. Anche perche’ dal punto di vista dei controlli, che i Nas hanno intensificato in queste settimane, ”l’Italia si conferma uno dei Paesi piรน sicuri al mondo”.
