ROMA – D0po il cervo e il cetriolo, anche la soia sembra non c’entrare nulla con il batterio killer responsabile di 22 morti in Europa. Secondo una notizia pubblicata sul sito Teminologie etc. e ripresa da Giornalettismo, infatti, il batterio Escherichia coli viene da un legume importato in Italia col nome di “germoglio di soia”, ma che con la soia non ha nulla a che vedere.
I media italiani – e anche Blitz Quotidiano, va ammesso – hanno parlato di “soia”, ma la parola tedesca, utilizzata da chi per primo ha dato la notizia della possibile correlazione con il batterio Escherichia coli, è Sprossen, germogli, appunto, sottolineando che l’azienda che si sospetta all’origine dell’infezione ne produceva 18 tipi diversi. Il quotidiano Der Spiegel fa alcuni esempi:germogli di fagioli mungo, di ravanelli, di piselli e di lenticchie, ma non di soia.
I media britannici usano la parola beansprout (anche bean sprout), che in inglese inizialmente indicava soprattutto i germogli di mung bean (fagioli mungo) ma che ora è una descrizione generica per tutti i tipi di germogli. La Bbc parla di germogli di fagioli azuki, broccoli, alfalfa, piselli, lenticchie fagioli mung. Il Guardian aggiunge quelli di ravanello e girasole.
Probabilmente, sottolineano su Terminologia etc, la traduzione dall’inglese si è servita di dizionari che contemplano solo il significato più ampio del termine inglese beansprout, traducendolo con “germogli di soia”, che però sarebbero i germogli di fagioli mungo (vigna radiata). Insomma, germogli sì, ma la soia non sembrerebbe davvero essere coinvolta.
