BRUXELLES – Primo caso di eutanasia su un bambino in Belgio, e quindi nel mondo, considerato che il Paese è l’unico ad aver approvato nel 2014 una legge che lo consente. La notizia arriva dal quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad, che scrive: “In silenzio e nella discrezione più assoluta per la prima volta nel nostro Paese un minorenne è morto per eutanasia”.
Non vengono riportati dettagli né sull’età né sulla malattia del minore, ma solo che l’eutanasia è avvenuta nelle Fiandre. E’ la prima volta che si chiede l’applicazione della legge del 2014, che consente ai genitori di scegliere la ‘dolce morte’ per i propri figli, malati terminali, dopo averne fatto richiesta al medico curante, il quale deve sottoporre il caso e ricevere l’autorizzazione della Commissione federale di controllo e di valutazione dell’eutanasia. La legge specifica che anche il minore deve esprimere una forma di consenso.
Il presidente della Commissione, Wim Distelman, interpellato da Le Soir, ha parlato di un “caso eccezionale, disperato. Non ci sono per fortuna che pochissimi bambini che rientrano nei casi in cui si può fare ricorso alla eutanasia, ma questo non significa che a chi è davvero in condizioni disperate debba essere rifiutato il diritto ad una morte degna”.
Sul caso è intervenuta Scienza e vita, l’associazione che collabora in modo organico con la Cei per i temi della bioetica. “Il diritto all’eutanasia del bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne”. “È solo la ‘maschera’ di una vera decisione, personale, libera e consapevole – spiega il giurista Alberto Gambino, presidente di ‘Scienza e vita’ – in quanto non è in alcun modo concepibile in capo ad un soggetto che, per il diritto e per il livello di maturità, è incapace di autodeterminarsi nel compimento di scelte a contenuto legale ed esistenziale così estreme”.