LONDRA – Ha vinto il multiculturalismo britannico. Le studentesse musulmane di una scuola superiore di Birmingham hanno costretto l’istituto a fare marcia indietro sul divieto imposto per l’utilizzo del velo indossato dalle ragazze di fede islamica, così come sono banditi cappucci e copricapo che impediscono il riconoscimento degli studenti. Una misura adottata per motivi sicurezza e in questi termini sostenuta anche dal premier David Cameron, che però è stata revocata in nome del rispetto di religione e costumi.
Esultano le associazioni dei musulmani e le ragazze che avevano cominciato a minacciare di cambiare scuola mettendosi a guida della protesta (il caso era stato innescato da una 17enne che indossa il niqab) segnano una vittoria non da poco, dopo giorni di dibattito e soprattutto in seguito ad una petizione online cui hanno aderito 9000 persone in poche ore.
Un messaggio chiaro per i responsabili del Birmingham Metropolitan College, che hanno comunicato la revoca del provvedimento poco prima che prendesse il via una manifestazione annunciata per oggi via web e che si poteva prevedere sarebbe stata massiccia e difficile da gestire.
“Ci preoccupa l’attenzione dei media suscitata da questa vicenda che rischia di distogliere l’attenzione dal nostro compito principale, che è quello di offrire un’istruzione di alta qualità. Di conseguenza modificheremo le nostre indicazioni per permettere ad ogni individuo di indossare indumenti che riflettano i loro valori culturali”. Questa la dichiarazione di resa comparsa sulla pagina di Facebook dell’istituto, precisando tuttavia che rimarranno necessarie le verifiche sull’identità degli studenti “per motivi di sicurezza”.
“Ha prevalso il buon senso”, secondo il deputato laburista della zona Shabana Mahmood, “il divieto avrebbe rischiato di escludere alcune ragazze dall’accesso all’istruzione”. Il caso aveva tra l’altro assunto un clamore tale da coinvolgere la politica, fino ad arrivare a Downing Street e tirare in ballo il premier David Cameron, secondo cui, aveva fatto sapere il suo portavoce, ogni istituzione accademica ha il diritto di ”stabilire e far rispettare le proprie regole in materia di uniforme scolastica”. Qualche perplessità l’aveva invece espressa il suo vice, il lib-dem Nick Clegg.