BERLINO – La scadenza è già fissata, entro il 2022 la Germania spegnerà i suoi reattori nucleari: 17 in tutto, coprono quasi un quarto del fabbisogno energetico nazionale. Dopo la sberla alle ultime elezioni la cancelliera tedesca Angela Merkel ha deciso di cavalcare il panico post Fukushima togliendosi di dosso le vesti di “sacerdotessa” dell’atomo: rinuncia totale ai reattori entro il 2021, tre però potrebbero funzionare se necessario per un altro anno.
Solo qualche mese fa sembrava la nuova lady di ferro convinta che le centrali in Germania fossero il traino di una grande economia e invece improvvisamente l’effetto Fukushima si è fatto sentire. Sembra una mossa elettorale un po’ goffa, quella di Frau Merkel, visto che la Germania non è proprio nota come zona a rischio sismico. In più né a destra né a sinistra la sua scelta ha suscitato molti entusiasmi.
Il suo cambio di rotta non ha quindi sortito gli effetti desiderati, i conservatori e i liberali pro-nucleare sono indispettiti e sempre più frustrati dalle batoste alle urne e poco inclini a svolte così avventate, mentre a sinistra si sentono presi in giro perché temono che, incassati nuovi possibili consensi, la cancelliera non ci metta niente a tornare sui suoi passi.
Solo l’anno scorso il Parlamento tedesco aveva allungato di 12 anni in più la vita delle centrali nucleari, per questo sembra che dietro questa uscita della Merkel ci sia solo la ferita della disfatta dei partiti di governo (Cdu e Fdp). Nel 2002 il governo Schroeder aveva deciso di lasciare il nucleare e proprio la nuova cancelliera aveva rimesso tutto in piedi.
Come si fa a sostituire il nucleare in Germania con le energie rinnovabili? I conservatori sono insorti, non pensano che quel 27% possa essere recuperato presto, anzi temono che Berlino possa poi diventare dipendente dal gas russo. Se davvero le cose si mettessero così, giurano gli esperti, Angela Merkel tornerebbe indietro.
Dall’altro lato poi ci sono gli ambientalisti di Greenpeace che sono arrabbiati con lei perché “non ha imparato niente da Fukushima”, anzi l’accordo è da considerarsi “inaccettabile perché espone per altri undici anni milioni di vite a rischio”
