Un ”accorato appello” a intervenire ”per fare chiarezza sulla sua morte”. Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi, il giovane morto in carcere in Francia, scrive alla premier dame, Carla Bruni, per chiedere ”giustizia” per suo figlio che ”certo non era un santo, ma neanche un delinquente”.
Nella lettera, pubblicata da Repubblica, la signora ripercorre la sua ”lotta” per ottenere il rientro della salma del figlio in Italia, avvenuta ieri: ”Il dolore per la morte di un figlio solo chi è madre lo può capire – scrive – ma ancor più grande è il dolore nel non poter dare al proprio figlio una sepoltura dignitosa”, perche’ ”Daniele è rientrato privo dei suoi organi: mi verranno restituiti forse a dicembre. Non mi sarà possibile dare l’ultimo saluto: il suo corpo e’ in fase avanzata di decomposizione perche’, per 51 giorni, non e’ stato tenuto alla temperatura di -22 gradi”.
Cira Antignano ricorda che il figlio le scriveva ”tutti i giorni e in tantissime occasioni mi ha detto che veniva maltrattato”. Ripercorrendo anche il ”trattamento” riservato a lei quando ha protestato davanti al carcere di Grasse, conclude: ”Mi chiedo, ora e Le chiedo: se una mamma di 66 anni viene trattata come me, che trattamento avranno riservato a mio figlio in quel carcere?”.
