PARIGI – L’italiano che sfugge al massacro del Bataclan, miracolato per la quinta volta dopo essere scampato all’Heysel nell’89 e a incidenti mortali. E, dall’altro lato, la sorte che sembra accanirsi su volontari e dipendenti della Germanwings, quelli che avevano contribuito a recuperare le vittime dell’aereo mandato a schiantarsi dal pilota tedesco a marzo scorso: erano allo stadio a vedere Francia-Germania, proprio quando i kamikaze seminavano morte.
E’ l’incredibile realtà che a volte supera ogni fiction. L’incredibile realtà che arriva dalla cronaca di Parigi. Massimiliano Natalucci, italiano di Senigallia, è stato “miracolato per la quinta volta”. Ne è convinta la sorella Federica: “baciato da papa Woytila, in piazza san Pietro a Roma, quando aveva 8 anni, a 15 è scampato alla strage dell’Heysel, dove era andato con nostro padre e uno zio, poi ci sono stati due incidenti stradali gravissimi”.
E anche un altro incidente avvenuto nel gennaio 1989, quando un’auto finì nelle acque del porto di Senigallia, provocando la morte di tre studenti. Tutti amici carissimi di Massimiliano e di Laura Appolloni, l’altra senigalliese ferita (ha una scheggia di proiettile nella spalla destra) nell’attentato all’ex teatro di operette diventato tempio dei concerti. “Massimiliano – racconta Federica – era stato con loro fino a mezz’ora prima, poi era dovuto tornare a casa in anticipo per un’emergenza familiare”.
Quella tragedia ha particolarmente unito Massimiliano e Laura, che sono sempre rimasti in contatto, anche se il primo poi è andato a vivere all’estero. Le ore trascorse in attesa di avere notizie la scorsa notte – racconta la sorella – “mi hanno fatto rivivere quelle angosciose dell’Heysel, quando non c’erano neppure i telefonini e non sapevamo cosa stesse succedendo”. Miracolato cinque volte per merito – ribadisce la sorella – “del bacio del papa”. A Parigi c’era anche un altro senigalliese, il cuoco Matteo Balducci, che fino a poco prima dell’attacco era nella zona del Bataclan, per poi tornare in albergo.
E poi la vicenda dei dipendenti Germanwings a Parigi in viaggio premio, raccontata da La Stampa:
A volte la sorte si accanisce. Doveva essere semplicemente una serata di relax, culmine di un viaggio premio a Parigi offerto dall’azienda, dopo una delle più gravi tragedie dei cieli della storia europea, avvenuta lo scorso 24 marzo. Invece, per mille e duecento volontari di Seyne-Les-Alpes e dipendenti Germanwings coinvolti nel terribile incidente delle Alpi della scorsa primavera (in cui morirono 150 persone), la partita di calcio amichevole tra la Francia e la Germania si è trasformata in un incubo. Erano stati invitati da Lufthansa, la compagnia aerea che controlla anche la low cost tedesca, a passare un paio di giorni a Parigi per seguire il match allo stadio, si sono ritrovati intrappolati proprio nello luogo accanto al quale è cominciata venerdì sera la terrificante catena di attacchi terroristici. Rainer Ohler, portavoce di Airbus, ha dichiarato che «doveva essere una serata per celebrare la Francia e la Germania e doveva esprimere gratitudine, dopo il tragico evento» dell’aereo lanciato da Andreas Lubitz, il copilota, contro le Alpi francesi per un folle gesto suicida. Allo Stade de France, insieme all’amministratore di Airbus Tom Enders, c’erano anche i vertici di Lufthansa. Ma la compagnia aerea tedesca ha rifiutato ogni commento sulla vicenda.