PARIGI – Parigi: sul metrò i manifesti per i cristiani d’Oriente. Erano stati censurati. La settimana scorsa, la pubblicità che annuncia il concerto dei Les Prêtres (I Preti) all’Olympia compariva sul metrò di Parigi monca, mutilata di un avviso censurato dalla Ratp, la società che ha in gestione la metropolitana: mancava, censurato, l’avviso che l’incasso della serata sarà destinato alle comunità dei cristiani d’oriente. Ieri la Ratp ha fatto marcia indietro: le sanguinose persecuzioni subite dai cristiani dalla Siria alla Nigeria hanno assunto purtroppo un ritmo giornaliero.
Eppure, vittime di un eccesso ed equivoco politically correctness, per un malinteso omaggio alla laicité repubblicana o semplicemente per pura pavidità, i responsabili di Ratp avevano imposto la censura per non turbare e non offendere gli appartenenti alla religione islamica. Nessuno ha potuto evitare di pensare al romanzo fanta-politico di Michel Houellebecq, profetico nell’illustrare una Francia sottomessa all’Islam. Nel frattempo il vestito troppo stretto di una laicité interpretata senza buon senso continua a far danni scontendando ecumenicamente tutti, cristiani, ebrei e musulmani, come racconta Cesare Martinetti su La Stampa.
A Tolosa, la settimana scorsa, in un seggio di voto per le elezioni dipartimentali, il presidente ha impedito a un rabbino di votare perché portava la kippà. (Una volta tolta, l’uomo ha potuto dare il suo voto). In un ospedale di Villeneuve-Saint-George, in val di Marna, nei dintorni della capitale, è comparso un manifesto in cui si dice che l’ospedale è un luogo pubblico e neutro, dunque non è ammesso nessun indumento che riveli la propria fede.
Chiaro che l’avviso mirava le musulmane col velo. Ma il record di zelo repubblicano va alla preside di un «collège» (scuola media) di Montpellier che ha vietato l’ingresso a delle ragazze che avevano la gonna «troppo lunga». Anch’esse musulmane. (Cesare Martinetti, La Stampa)