Chiese chiuse per pericolo ladri: è quanto accade nella Repubblica Ceca, dove per ovviare al rischio sempre più frequente di furti, le case di Dio sono per lo più chiuse, tranne che durante le ore delle messe. E’ forse anche per questa ragione, come ipotizza oggi il quotidiano Lidove noviny (Ln), che il Paese è prevalentemente ateo.
L’autorevole testata ceca reagisce così in un commento al messaggio di Papa Benedetto XVI, che aveva indicato la Repubblica Ceca come uno dei Paesi oggi più secolarizzati.
”L’inaccessibilità delle Chiese è criticata non solo dai fedeli ma anche dai non credenti che desiderano entrarvi solo per godersi qualche minuto di pace e meditazione”, ha detto il sacerdote Tomas Halik. Ma anche se volessero, ha spiegato, le Chiese sono costrette a chiudere per evitare i furti di oggetti sacri.
Nei 20 anni trascorsi dalla fine del comunismo, nelle Chiese ceche è stato rubato oltre a un milione di oggetti ecclesiastici di valore. Alcune sono state saccheggiate anche decine di volte. I ladri rubano non solo statuine o tele preziose, ma anche il lastricato e i rivestimenti di legno.
Anche se in Polonia e altrove a est il tasso di criminalità generale è più alto, la Repubblica ceca ha il primato dei furti nelle Chiese.
I rappresentanti locali sono convinti che il disprezzo dei cechi verso i simboli religiosi è un retaggio del regime che soffocava la religione e si schierava qui molto più contro la Chiesa che in altri paesi comunisti. Secondo l’ultimo censimento del 2001, il 59% dei cechi è ateo.