ROMA – Luigi Bisignani, giornalista e uomo d’affari, iscritto alla Loggia P2, sarebbe stato posto agli arresti domiciliari. La misura sarebbe stata disposta dalla Procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulla P4 condotta dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock.
Per Bisignani scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.it, l’accusa è di associazione segreta, mentre per l’agenzia Ansa l’ipotesi di reato è di favoreggiamento in relazione alla rivelazione di notizie coperte da segreto. La richiesta di detenzione ai domiciliari oltre che per Bisignani è stata fatta anche per il parlamentare Alfonso Papa.
L’indagine riguarderebbe l’acquisizione illegale di notizie riguardanti due procedimenti giudiziari, il primo condotto dalla magistratura di Napoli nei confronti della commercialista Stefania Tucci, amica di Bisignani. Il secondo si riferisce a un’inchiesta su Finmeccanica svolta dalla Procura di Roma. Per quanto riguarda la vicenda Tucci, il magistrato e parlamentare Alfonso Papa – secondo l’accusa – avrebbe acquisito e rivelato la notizia della esistenza di una richiesta di misura cautelare nei confronti della professionista.
Papa, ex magistrato oggi parlamentare del Pdl, sarebbe indagato per concussione. Stando alle intercettazioni, secondo quanto riporta Repubblica.it, Papa avrebbe offerto “protezione giudiziaria” vera o presunta, nonché informazioni sulle indagini che riguardavano i suoi interlocutori, per lo più imprenditori e finanzieri. Notizie riservate utilizzate da Papa per avanzare “indebite pretese e indebite richieste”. Dalle conversazioni, secondo quanto si è appreso, il parlamentare Pdl avrebbe anche compiuto in alcuni casi la ricettazione di orologi Rolex.
Nei confronti del deputato Papa, i pm napoletani Curcio e Woodcock avrebbero tra l’altro riscontrato una ”anomala” disponibilità di immobili che non sono di proprietà del deputato e il cui affitto viene pagato da altri: o ”noti imprenditori” o parenti di Papa. E’ il caso di Agostino Rodà, 76 anni, il suocero, nei cui confronti lo scorso 1 aprile vennero disposte delle perquisizioni, così come a carico del consulente immobiliare romano 45enne Gianluca Tricarico.
In particolare Rodà, secondo quanto riferito da un testimone, pagherebbe un affitto mensile di 1.800 euro per un ”prestigioso appartamento” nel centro di Roma, in via Capo le Case, saltuariamente occupato da Papa. Il sospetto degli inquirenti e’ che Papa gestisca dei rapporti illeciti con alcuni imprenditori attraverso soggetti a lui ”vicini”, come appunto Rodà: altrimenti, viene sottolineato dagli inquirenti, non si capirebbe perché quest’ultimo si sarebbe dovuto accollare il pagamento dell’affitto dell’appartamento. Un appartamento, peraltro, che risulta essere stato procurato dal consulente Gianluca Tricarico (l’altro perquisito) che avrebbe anche acquistato una Ferrari risultata nella disponibilità del parlamentare.
L’indagine, scrive l’agenzia Ansa, punterebbe a far luce su un sistema informativo parallelo, che per i magistrati potrebbe essere una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla gestione di notizie riservate, appalti e nomine, in un misto, secondo l’accusa, di dossier e ricatti, anche attraverso interferenze suorgani costituzionali. Oltre alla gestione di notizie riservate, l’inchiesta intende chiarire ogni aspetto in merito ad appalti, nomine e finanziamenti.
Come sottolinea in una nota il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Francesco Greco, ”il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un’ordinanza custodia per il reato di favoreggiamento personale nei confronti del dirigente e consulente aziendale Luigi Bisignani. Le indagini da cui è derivata la misura cautelare agli arresti domiciliari, inseribili in contesto investigativo di ampio respiro e che ha interessato numerose persone, hanno riguardato l’illecita acquisizione di notizie e di informazioni, anche coperte da segreto, alcune delle quali – sottolinea Greco – inerenti procedimenti penali in corso nonché di altri dati sensibili o personali al fine di consentire a soggetti inquisiti di eludere le indagini giudiziarie ovvero per ottenere favori o altre utilita”’.
Bisignani era già stato condannato a tre anni e quattrro mesi nel processo Enimont, e coinvolto nell’Inchiesta Why Not del pm Luigi De Magistris.