ROMA – “La polizia qui dorme”, dice quasi strafottente alle telecamere il pakistano arrestato poche ore dopo il suo intervento in tv per l’omicidio del pizzaiolo Frank. E non è fenomeno isolato: da Parolisi a Olindo e Rosa, fino alla Franzoni, sono tanti gli assassini (bollati così da sentenze arrivate in Cassazione e non solo dai salotti tv) che non hanno resistito alla luce della telecamera. Chi dalla tv viene processato, in tv cerca redenzione: così la psicologia spiega atteggiamenti del genere che possono stupire. Come è possibile che chi ha commesso un delitto cerchi massima visibilità ?
E invece è proprio così: la farsa ha bisogno di “puntellarsi” nella pubblica arena per eccellenza, dove interpretare il ruolo dell’uomo comune, innocente ovviamente, che dice cose di buon senso, ha empatia per l’ucciso o lo scomparso e anzi manda virtuali abbracci ai parenti della vittima.
Come fecero Olindo e Rosa, condannati per la strage di Erba. Quando ancora non erano indagati alle tv dicevano: “Sì è vero, anche noi avevamo litigato con loro. Ma nessuno può pensare che in un fatto così c’entri qualche vicino. Siamo tutte persone tranquille” diceva Rosa. E Olindo: “È una storia orribile, ma adesso per favore lasciateci lavorare”.
Quando venne indagato per la scomparsa del piccolo Tommy Onofri, il muratore Mario Alessi si presentò in tv mano nella mano con la moglie: “I bambini per me sono angeli che scendono dal cielo. Il giorno che Tommaso sarà liberato io darò una festa…”.
Per sfida o per senso di colpa, dicono ancora gli psicologi, ci sono poi i mariti. Quelli che poi sono finiti accusati della scomparsa e dell’uccisione della moglie. Prima di finire definitivamente bollati da avvisi di garanzia e accuse infamanti, molti non resistono alla consolazione dei salotti tv dove sono la telecamera e il pubblico presente a cristallizzarli come vittime di crimini misteriosi.
E’ il caso di Salvatore Parolisi, quando la moglie era ancora una donna scomparsa lanciò il suo appello dai telegiornali locali: “Melania ti aspettiamo, hai una bambina che ti cerca”. Più recentemente Michele Buoninconti, accusato della morte della moglie Elena Ceste, per dieci mesi ha accolto in casa inviati di trasmissioni tv.
Altro caso, forse il primo di sovraesposizione mediatica: Anna Maria Franzoni. Chi non ricorda la voce stridula della mamma di Samuele, condannata fino in Cassazione per la morte del figlio? Talmente disperata si è mostrata nei tg e addirittura a Porta e Porta e Buona domenica da lasciar dubitare che sia davvero un’assassina o anche nel caso, che si tratti di un caso eclatante di assassina che ha perso la memoria di quello che fatto.
Eclatante anche Sabrina Misseri: oggi in carcere condannata all’ergastolo, nel 2010 attivissima negli appelli in tv per trovare la cuginetta Sarah.