IMPERIA – Un uomo di Imperia che stava aspettando dei soldi dalla Germania si è ritrovato sul conto un bonifico da 45mila euro. Soldi che, dopo essersi assicurato che erano i suoi, ha speso come tutti farebbero. Ha estinto un paio di finanziamenti e ha fatto qualche acquisto. Peccato che dopo un mese o poco più la banca si sia presentata alla sua porta per chiedergli i soldi indietro, spiegando che si era trattato di un errore, ma l’ignaro correntista aveva speso già tutto. Ora tra l’uomo, un pensionato di 70 anni, e la banca è nato un contenzioso, dato che l’uomo è stato iscritto tra i “cattivi pagatori” e i soldi poi effettivamente arrivati dalla Germania, un bonifico da 8600 euro, è stato completamente trattenuto dall’istituto di credito.
Maurizio Vezzaro su La Stampa scrive che tutto inizia nel 2015, quando il correntista pensionato si ritrova sul conto corrente la cifra di 45mila euro. ‘uomo va in banca e chiede se non ci siano irregolarità e dalla banca lo rassicurano, come spiega il suo avvocato Mario Leone che intanto si è rivolto anche alla Banca d’Italia per chiedere se il comportamento dell’istituto di credito è legittimo:
“La vicenda inizia nell’agosto 2015, quando il pensionato G.P. si è trovato un conto corrente più pingue. A suo nome gli erano stati accreditati 45 mila euro, anzi, per l’esattezza 44.964,03. L’anziano che, tra l’altro proprio in quel periodo attendeva un bonifico dalla Germania come risarcimento per un incidente occorso a un familiare, aveva chiesto, pare, al cassiere e a un funzionario, conferma della regolarità del bonifico. Precisa l’avvocato Leone: «Dopo aver ricevuto garanzia che l’iban utilizzato fosse proprio il suo, il mio assistito ne ha approfittato per chiudere un paio di finanziamenti e per fare altre spese».
Un mese dopo però è arrivata la doccia fredda: la banca ha convocato il cliente per avvisarlo che quei soldi non erano destinati a lui, ma a un altro correntista che aveva un iban simile. «Il mio cliente, tuttavia, aveva già speso tutto – spiega Leone – ma si era impegnato a restituire il credito con rate di due o trecento euro al mese, che avrebbe trattenuto dalla pensione minima di 780 euro al mese»”.
Ora che l’accordo è saltato e l’anziano si è ritrovato iscritto nella “centrale rischi”, cioè la lista nera dei correntisti insolventi, la questione resta aperta e sarà un giudice a dover decidere.