ROMA – All’anagrafe si chiama Manlio Vitale. Ma per tutti quelli che sono in confidenza con lui è semplicemente “er gnappa”. Per il Comune di Roma, invece, “er gnappa” è suo malgrado la causa di una crisi politica che sta facendo tremare il sindaco Virginia Raggi e che ha portato all’arresto, venerdì 17 dicembre, del consigliere Raffaele Marra.
Perché tutta l’inchiesta, infatti, è partita non da Marra ma proprio da Vitale. E dalla Banda della Magliana. Il Messaggero definisce Vitale come uno che
ha gravitato non poco intorno alla famigerata Banda della Magliana: una vita dentro e fuori da Rebibbia, vicinissimo a boss del calibro di Renatino De pedis e Danilo Abbruciati.
Così i magistrati romani, in una delle tante inchieste che gravitano proprio sulla Banda della Magliana iniziano a intercettare er gnappa. Cercano le prove di una presunta estorsione ai danni di Sergio Scarpellini (arrestato come Marra) perpetuata proprio da Vitale. Quelle prove non ci sono al punto che l’unico a uscire senza problemi dalla vicenda, per ora, è proprio l’intercettato. Ma in quelle telefonate esce tutt’altro. Ancora il Messaggero:
la procura decide di effettuare delle intercettazioni telefoniche su Scarpellini e sulla sua collaboratrice più stretta. Ed è proprio cercando di incastrare “er Gnappa” che invece gli inquirenti scoprono gli intrecci, gli scambi e gli accordi tra l’immobiliarista Scarpellini e l’attuale braccio destro della sindaca Raggi.
Una maledizione quella della Banda della Magliana che ultimamente sembra colpire chiunque si avvicini al Campidoglio. Anche chi lo ha conquistato proprio denunciando i loschi affare della Banda.