
ROMA – No all’auto coltivazione della cannabis per scopi medici. Il Tar del Lazio in una sentenza ha respinto il ricorso dell’associazione Luca Coscioni e ribadito la legittimità del decreto con il quale il ministero della Salute ha individuato nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze l’organismo statale deputato alla coltivazione di piante di cannabis per la produzione di medicinali di origine vegetale.
Col ricorso in questione l’Associazione, sostenuta dai Radicali e dall’Associazione LAPIANTIAMO e promotrice del libero accesso ai farmaci cannabinoidi e della regolamentazione della cosiddetta ‘auto coltivazione’, impugnava il decreto ministeriale in quanto lo stesso a loro avviso avrebbe istituito una sorta di monopolio esclusivo dello Stato nella coltivazione della cannabis a scopo terapeutico, finendo per limitarne l’uso in modo illogico e contrario agli studi scientifici maggiormente accreditati e al principio della libertà di cura e di ricerca scientifica.
Nella sentenza del 3 marzo però il Tar del Lazio ha respinto il ricorso e stabilito la conferma del decreto ministeriale:
“Il decreto in questione in realtà non si limita ad attribuire al solo Stabilimento farmaceutico militare la competenza alla produzione di sostanze a base di cannabis, atteso che esso si affianca ad altri soggetti che siano autorizzati a coltivare tale pianta per uso medico, i quali, se in possesso dell’autorizzazione, possono altresì procedere alla raccolta”.
La conseguenza per i giudici che “a meno di non impugnare nelle sedi opportune la norma dell’anzidetto Testo Unico di cui al d.P.R. n. 309/1990 e cioè l’art. 27 che prevede la coltivazione e la trasformazione della cannabis solo a cura dei soggetti autorizzati, l’attività in parola non può essere affidata né essere svolta da soggetti singoli”.