La trans Roberta trovata morta impiccata nella sua abitazione in via Tor di Quinto a Roma venerdì aveva avuto a che fare con i carabinieri coinvolti nel caso Marrazzo, l’ex presidente della Regione Lazio travolto dallo scandalo per i suoi rapporti con i transessuali.
Una dua amica, Rachele, ha riferito: “Roberta aveva avuto un anno fa un problema con quei quattro carabinieri coinvolti nell’inchiesta sul presunto ricatto a Piero Marrazzo. In particolare con Carlo Tagliente (attualmente agli arresti domiciliari), che la vessava per una questione di documenti e permesso di soggiorno”.
“Roberta era amica di Brenda, usciva spesso con lei e aveva abitato nel suo stesso palazzo in via Due Ponti, poi da un paio d’anni si è trasferita in viale Tor Di Quinto. Era molto depressa, era preoccupata per le condizioni economiche della sua famiglia in Brasile, composta da 11 fratelli: li aiutava inviando loro dei soldi”, ha spiegato ancora Rachele, ex-trans diventata donna grazie ad un’operazione che lei sostiene di “avere pagato con una parte dei soldi avuti da Piero Marrazzo”.
“Esci da questa storia” diceva Roberta alla sua amica Rachele riferendosi al caso Marrazzo sottolineando “la pericolosità di quella storia”. “Brenda – ha spiegato Rachele – mi ha sempre detto che qualcuno voleva ammazzarla e che per questo si sarebbe uccisa lei per prima. Tanto che a volte, davanti a me, sbatteva la testa al muro nei suoi momenti di disperazione”.