Il video dell’incontro tra l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e un transessuale c’è. E non dura due minuti, ma tredici. A rivelarlo agli investigatori è stato Nicola Testini uno dei carabinieri accusati di ricatto ai danni dell’ex governatore.
Quello “compatto” da 120 secondi, ha spiegato Testini , era solo un promo per piazzare la versione più lunga ad un qualche compratore interessato. Ben diverso, invece, il filmato integrale: «Quello che ho visionato io aveva una durata di circa 13 minuti. Non so chi l’abbia fatto, so soltanto che era a spezzoni, molto mosso. Noi lo abbiamo avuto da un confidente che poi è morto e volevamo farci almeno 60 mila euro».
Un altro dei carabinieri accusati, Carlo Tagliente, ammette di averne scaricato una copia sul suo pc e di averne distrutte altre due copie. Lo stesso militare avrebbe detto al fotografo Max Scarfone che nel filmato «ci sono voci e volti che non possono essere visti».
Le indagini sulla vicenda Marrazzo continuano, in ogni caso, ad arricchirsi di particolari a cominciare dal coinvolgimento di un quinto carabiniere, chiamato dagli altri «soltanto in un secondo momento perché volevamo vendere il materiale e lui aveva un parente fotografo». Scarfone, appunto. Ed è lo stesso fotografo ad arricchire ancora di più la vicenda di particolari, partendo sempre dal video: «Sul mobile vicino al tavolino c’erano un mucchio di banconote di euro, pezzi da 500, credo fossero stati circa 15 mila euro… Mentre visionavo il filmato, in ragione del fatto che era frammentato, chiedevo se la durata era quella di quello visto. Mi rispondeva che era di 12 minuti circa. Non me lo poteva far vedere tutto né voleva venderlo tutto perché diceva che c’erano delle voci e volti che non potevano essere visti».
Scarfone, agli investigatori, racconta anche del prezzo chiesto dai militari «200.000 euro» e dell’interesse di Carmen Masi, la proprietaria del Photo Studio Masi all’acquisto.
Anche la trattativa per piazzare il video riserva sorprese. A detta del fotografo si interessano in tanti, da Signorini di Chi fino a Belpietro di Libero. Spunta anche il nome di Vittorio Feltri e Scarfone dice: «Quest’ultima trattativa è andata a buon fine». Il video però, fa gola a tanti. Prosegue il fotografo: «Dopo ulteriore telefonata di Signorini, l’editore Angelucci è venuto alla Photomasi e ha visionato il filmato dimostrandosi interessato, con indicazione di una risposta entro le 19 della stessa sera. Per correttezza ho informato Signorini e verso le 17 lui mi ha detto di fermare tutto perché Panorama era molto interessato e dovevano decidere chi doveva pubblicare tutto. Alle 19 mi ha chiamato Angelucci e gli ho detto che per il momento dovevamo fermarci senza specificare il motivo».
Alla fine si muove anche Marrazzo: «Ho cercato tramite i miei collaboratori dell’ufficio di stampa di saperne di più. Così mi è stato dato il nome dell’agenzia».