ROMA – Daniele De Santis è stato condannato a 26 anni di carcere per l’omicidio del giovane tifoso del Napoli Ciro Esposito. I giudici , hanno condannato anche ad 8 mesi di reclusione Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito che erano accusati di rissa. I giudici, per quanto riguarda invece la posizione di Daniele De Santis, hanno disposto una provvisionale in favore dei familiari di Esposito di 140 mila euro. La decisione è arrivata nel primo pomeriggio di martedì 24 marzo dopo circa 4 ore di camera di consiglio.
La reazione dell’Aula. “Devi marcire per quello che hai fatto”. Così ha urlato il pubblico dopo che la terza Corte d’Assise di Roma ha emesso la sentenza per la morte di Ciro Esposito condannando l’ultrà giallorosso Daniele De Santis a 26 di carcere.
Antonella Leardi: “Pena giusta”. “La pena inflitta è congrua e giusta, per De Santis non provo odio perchè l’ho perdonato”. Così la madre di Ciro Esposito, Antonella Leardi, presente in aula dopo la lettura della sentenza che ha condannato Daniele De Santis a 26 anni.
Ciro Esposito era stato ferito gravemente il 3 maggio 2014 poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli e morto dopo un’agonia di 53 giorni. Per quella morte era accusato di omicidio volontario Daniele De Santi, ultras della Roma, per il quale la Procura di Roma aveva chiesto una condanna all’ergastolo. I pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio hanno, inoltre, sollecitato una condanna a tre anni per gli altri due imputati, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, tifosi del Napoli e accusati di rissa aggravata. I due facevano parte del gruppo che con Ciro Esposito si avventarono contro De Santis nella zona di viale di Tor di Quinto.
La madre di Ciro Esposito prima della sentenza. “Attendiamo la sentenza. Oggi siamo qui perche’ vogliamo giustizia, Ciro è sempre con noi”. Lo ha detto Antonella Leardi, mamma del tifoso del Napoli morto nel 2014 dopo essere stato ferito da un colpo di pistola sparato da Daniele De Santis, in attesa nell’aula bunker di Rebibbia della sentenza. Accompagnata dal marito e da altri parenti la donna, che è stata presente a tutte le udienze del processo, ha aggiunto: “Siamo qui per un dovere verso Ciro. Il suo sogno era andare a vivere in Inghilterra con la fidanzata. Avrebbe compiuto 31 anni se non me lo avessero portato via”.