ROMA – Dal “Mondo di Mezzo” romano potrebbe arrivare qualche elemento per capire le circostanze della morte dell’ultras napoletano Ciro Esposito. Il principale accusato, Daniele “Gastone” De Santis, viveva in un circolo della “Us Boreale srl”, società di Roberto Vigilanti. Persona che, stando a quanto scrive Grazia Longo su La Stampa citando un’informativa dei carabinieri, è “in diretto contatto con Riccardo Brugia e Massimo Carminati con i quali appare mediare la compravendita di immobili e attività commerciali su Roma”. Dal circolo di proprietà di Vigilanti partì l’attacco alla carovana dei tifosi napoletani che portò alla morte di Esposito. Ma, precisa Longo:
Chiariamo subito che Viglianti non è indagato, ma con la Us Boreale è coinvolto «nella gestione dell’area del laghetto del Parco di Tor di Quinto», vicino a dove avvennero l’assalto e il ferimento di Esposito.
Inoltre «Vigilanti, infine, avrebbe partecipato anche alla costruzione di un asilo e altre strutture nel Parco, nell’ambito dei progetti “Punti Verdi Qualità ” del Comune, oggetto di altre indagini e secondo il Ros tra gli interessi del gruppo di Carminati».
In ogni caso, i “gradi di separazione” fra De Santis e Carminati sono pochi, anzi uno (Vigilanti) e per questo gli avvocati di Esposito, morto il 25 giugno scorso dopo 53 giorni di agonia, vogliono acquisire le intercettazioni effettuate dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sul “Mondo di Mezzo” per capire se dalle telefonate dei vari personaggi coinvolti possano emergere nuovi elementi che chiariscano se il gesto di De Santis era isolato e non premeditato, come racconta “Gastone”, oppure se era un blitz pianificato e preparato da più persone.
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