Alla fine la madre biologica di Daniela Molinari ha ceduto, e ha detto di sì al prelievo del sangue. L’esame che potrebbe permettere alla figlia biologica di trovare una nuova cura per la sua malattia oncologica, grazie alla mappatura del Dna. Daniela è l’infermiera con la neoplasia che aveva fatto un appello a sua madre perché la aiutasse.
La madre di biologica di Daniela Molinari farà il prelievo del sangue
Come riportano oggi alcuni quotidiani, Daniela Molinari, figlia biologica della donna comasca, e nata a Como, ha ora una nuova speranza. Per convincere l’anziana genitrice (che ha avuto altri figli e ora è nonna) ha scritto lettere aperte, ha partecipato a trasmissioni tv e ha interessato il Tribunale dei Minori di Milano. La donna è stata convinta dopo diversi colloqui con gli psicologi del Tribunale che le hanno garantito il rispetto assoluto dell’anonimato.
La lettera di Daniela Molinari alla madre biologica
Daniela Molinari aveva scritto una lettera appello alla madre biologica. “Mi chiedo come tu ti addormenti la sera, come fai a vivere sapendo che hai negato senza possibilità di ripensamento la cosa che ti è stata chiesta: un prelievo di sangue in totale anonimato organizzato secondo le tue regole e la tua volontà , che non andrebbe a cambiare nulla della tua situazione di vita attuale, perché nessuno saprebbe, e che a me invece consentirebbe di far crescere la mia bambina che ha solo 9 anni e ha il diritto di avere al suo fianco la sua mamma”.
Daniela si era rivolta ai giudici per risalire all’identità della donna che l’aveva data alla luce il 26 marzo del 1973 all’orfanotrofio delle suore di Rebbio. Lì Daniela aveva poi trascorso 2 anni prima di essere adottata. L’orfanotrofio è chiuso da anni e le carte sono passate all’ospedale sant’Anna di Como. Daniela, che lavora in psichiatria a Milano, è riuscita ad avere accesso al suo fascicolo, custodito in Comune. Scoprendo che la madre non solo aveva preferito non essere nominata, ma aveva anche richiesto il ritiro della documentazione sanitaria.
Ma poi il tribunale dei minori ha trovato la cartella clinica al Sant’Anna e lì il nome della madre c’era, ma non è bastato. La donna – come comunicato lo scorso 12 aprile – non ha intenzione di rinunciare all’anonimato, ha rifiutato di sottoporsi al prelievo e non è possibile disporne uno coattivo. Fino ad ora, che la donna ha accettato il prelievo.