ROMA – Quando Daniele De Santis sparò a Ciro Esposito aveva un telefonino in tasca, un Galaxy S5. Quel telefonino venne dato a una prostituta romena che lo usò per qualche giorno e poi lo fece sparire: venne infatti venduto in Romania.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il telefonino venne sfilato dalla tasca a De Santis quando il tifoso romanista era già ferito a terra, dopo il colpo di pistola al tifoso napoletano morto successivamente in ospedale.
A sfilarlo un amico con il quale aveva passato la notte precedente in compagnia di due prostitute dell’est.
E’ una delle due prostitute a raccontare la storia del telefonino, come racconta il Messaggero che ha potuto leggere i verbali:
«Quando l’amico di Daniele mi ha consegnato il telefonino e gli occhiali ho notato che aveva anche la borsa con la quale Daniele era uscito di casa. Dopo dieci minuti è tornato verso di me e Natasha e ci ha detto di andare via da lì in quanto era “successo un macello”. Poi ci ha detto di allontanarci subito ma visto che c’era un elicottero della polizia che controllava l’area ha scartato l’ipotesi di uscire dal retro per non destare sospetti e allora siamo usciti tutti e tre su viale Tor di Quinto dove c’era la polizia e l’ambulanza».
Interrogata per chiarire il mistero dei telefonini di De Santis mai trovati, il Galaxy che aveva con se’ e un piccolo Nokia che aveva lasciato a casa, al circolo sportivo, la trentenne rumena ha poi specificato: «Il telefonino piccolino era in casa e io non l’ho toccato, gli occhiali li ho lasciati su un mobile, mentre con il Galaxy ho effettuato alcune telefonate a casa mia in Romania, poi, dopo essermi confrontata con la mia amica, ho deciso di tenerlo in quanto Daniele mi aveva dato 400 euro e doveva ancora darmene 600 per le prestazioni, così come pattuito in precedenza. Poi ho gettato la scheda che era nel telefonino e inserito la mia».
«Ha mai ricevuto minacce dopo i fatti del 3 maggio?», le hanno chiesto gli agenti della Digos. «Sono stata solamente invitata per telefono da Vincenzo (l’amico di De Santis, ndr) a riportargli il Galaxy di Daniele», ha chiarito la donna. «Allora per timore e per non essere rintracciata da Vincenzo ho cambiato numero di telefono, anche perché il Galaxy lo avevo spedito in Romania». «Gli occhiali – ha anche sottolineato a verbale – avevano le stecchette allargate e il telefonino presentava una spaccatura centrale sul display che prima non c’era».
«Dai tabulati non è emerso nessun contatto sospetto, nessun giallo quindi sui telefonini – ha dichiarato l’avvocato Tommaso Politi, difensore di Daniele De Santis -. Piuttosto c’è un dato cruciale rilevato dagli atti: il coltello con il quale De Santis è stato ferito dai napoletani è stata trovato davanti al pullman, su viale di Tor di Quinto. Significa è stato accoltellato lì, e come ormai emerge dall’esame del Ris, lui ha fatto fuoco solo per difendersi».