ROMA – Il piano “svuota carceri” è pronto: 3.300 detenuti passeranno dalla prigione agli arresti domiciliari. I risparmi previsti per lo Stato sono di ben 380 mila euro al giorno. I condannati sconteranno i loro ultimi 18 mesi di pena da casa. Gli arrestati che attendono il processo invece non staranno nelle prigioni, ma saranno detenuti nelle caserme. Il decreto presentato dal ministro della Giustizia Paola Severino sarà al vaglio del governo di Mario Monti dopo che la Camera avrà dato il via libera alla manovra. Il decreto sarà un provvedimento a tempo, con scadenza fissata per il 31 dicembre 2013.
“La situazione è esplosiva e se deflagrasse le conseguenze sarebbero devastanti e capaci di minare la credibilità dello Stato”, hanno spiegato i direttori delle carceri. Una situazione come denunciata dai recenti episodi di suicidio nel carcere di Buoncammino a Cagliari e della rivolta per i mancati riscaldamenti ed il sovraffollamento nel carcere di Monteacuto ad Ancona. I criteri di selezione, ci tengono a precisare da via Arenula, rimangono rigidi come per lo “svuota carceri” del 2010, dato le mancate evasioni e recidive. I detenuti selezionati, infatti, non possono essere condannati per reati gravi e di particolare allarme sociale.