CASERTA – Avevano rubato fucili e altre armi da fuoco ed erano scappati da un posto di blocco lo scorso 12 gennaio. La caccia ai tre albanesi fermati il 12 febbraio è iniziata allora, quando i tre uomini non si sono fermati all’alt del posto di blocco di una pattuglia dei carabinieri di Marcianise. I tre sono stati arrestati venerdì a Frignano, in provincia di Caserta, dopo aver fatto perdere le tracce per 2 mesi, abbandonando l’auto che aveva forzato il posto di blocco nelle campagne di Maddaloni. Nell’auto i carabinieri avevano rinvenuto sei fucili rubati in provincia di Bologna.
Il Mattino scrive che i tre albanesi fuggirono da un posto di blocco a Marcianise e sono stati trovati e fermati il 12 febbraio a Frignano con le accuse di ricettazione, detenzione illegale di numerose armi da fuoco e resistenza a pubblico ufficiale su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere:
“Secondo quanto ricostruito dalla procura, lo scorso 12 gennaio, sono riusciti a sottrarsi ad un posto di blocco predisposto dai carabinieri lungo la Provinciale 265 Marcianise-Maddaloni. Il terzetto viaggiava a bordo di una Citroen Picasso -risultata intestata ad una società inesistente. Non solo fuggirono all’alt, ma tentarono anche di speronare l’auto dei militari. Dopo un inseguimento durato 2 chilometri, i tre abbandonarono l’auto nella campagne di Maddaloni e, scappando a piedi, riuscirono a far perdere le proprie tracce.
Nel bagagliaio dell’auto erano nascosti sei fucili, armi comuni da fuoco, risultati poi rubati in provincia di Bologna. Nei confronti dei fuggitivi fu immediatamente emesso decreto di fermo del pm che non potè essere eseguito perché si resero irreperibili. Le ricerche, concentrate soprattutto nei luoghi solitamente frequentati dai tre hanno consentito di individuare un’abitazione a Frignano, dove i ricercati erano ospiti alcuni connazionali.
Nel corso della notte dell’11 febbraio, i militari hanno rintracciato i tre e, nell’alloggio in cui avevano trovato rifugio, hanno sequestrato strumenti idonei alla commissione di reati contro il patrimonio: dispositivi Jammer (si tratta di disturbatori di frequenza e neutralizzatori di microspie), ricetrasmittenti, guanti da lavoro ed una discreta di sostanza stupefacente”.